Bartolo ha raccontato, a dieci anni di distanza, l’esperienza di quei giorni drammatici al Pronto Soccorso di Lampedusa. Un’ora, in cui le sue parole, corredate da immagini, sono state pietre che grondavano lacrime e sangue. E che hanno toccato nel profondo l’uditorio, che ha ascoltato in un silenzio attento e commosso, mentre le lacrime scendevano silenziose dagli occhi di qualcuno. Si è stabilito da subito un feeling di emozioni e sentimenti condivisi tra il relatore e il suo giovane pubblico.
di Giacomo Belvedere
«Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt» (Eneide, I, 462). Ci sono le lacrime delle cose e le sofferenze umane toccano il cuore, scrive il poeta Virgilio. Ieri, 20 ottobre, a 10 anni dal naufragio al largo di Lampedusa, che costò la vita a 368 migranti, si è tenuto, organizzato dal Liceo “Secusio” presso il Cine teatro Artanis di Caltagirone, nell’ambito di un progetto dei docenti del Dipartimento di Lettere iniziato l’anno scorso, l’incontro dibattito “Dalla Memoria all’Accoglienza. Per una cultura dell'inclusione e un’etica di cittadinanza”. Ha dialogato con le studentesse e gli studenti l'on. Pietro Bartolo, oggi deputato europeo, allora il medico in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti del naufragio.
“Da Lampedusa a Strasburgo: un impegno che continua”: Bartolo ha raccontato l’esperienza di quei giorni drammatici al Pronto Soccorso di Lampedusa. Un’ora, in cui le sue parole, corredate da immagini, sono state pietre che grondavano lacrime e sangue. E che hanno toccato nel profondo l’uditorio, che ha ascoltato in un silenzio attento e commosso, mentre le lacrime scendevano silenziose dagli occhi di qualcuno. Si è stabilito da subito un feeling di emozioni e sentimenti condivisi tra il relatore e il suo giovane pubblico.
«Oggi a Caltagirone ho conosciuto una comunità preziosa, quella del Liceo Secusio – ha commentato, a incontro concluso, Bartolo sul suo profilo Instagram -, che su questi temi porta avanti un lavoro attento».
Dopo i saluti della dirigente scolastica Concetta Mancuso, il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri ha invitato i giovani presenti a non farsi influenzare dalle narrazioni tossiche sul fenomeno migratorio. Nessuna invasione, nessun pericolo: solo fratelli sventurati che bussano perché si aprano le frontiere dei nostri cuori.
Dopo l’intervento dell’on. Bartolo, è stata la volta delle studentesse e degli studenti. «Mi sono emozionato – ha confessato Bartolo - ad ascoltare gli studenti e le studentesse che sono intervenuti e che hanno rappresentato attraverso l’arte alcuni passi di “Lacrime di Sale”. Grazie a loro, alla dirigente scolastica Concetta Mancuso e a tutti i docenti che hanno contribuito a questa bellissima giornata».
«Grazie per la meravigliosa opportunità che oggi ci ha dato di poter ascoltare e di poter essere ascoltati da una persona che ha deciso di aiutare sempre il prossimo e di non essere indifferente alle atrocità che alcuni uomini compiono – dichiara Elisa Calandra, della 5B Classico, che ha letto un suo testo poetico -. Una giornata, che posso ammettere con certezza, ha segnato molti di noi cambiando per sempre il nostro modi di vivere e di vedere la vita». «La giornata più toccante della mia vita», le fa eco Giada Barletta, che ha accompagnato la lettura della poesia di Elisa al piano.
«È la realtà stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane». Così commenta i versi virgiliani papa Francesco. Eppure c'è chi ancora ha occhi per vedere e non vede; ha orecchie per sentire e non sente. E si volta dall’altra parte o – peggio – cerca di lucrare, agitando lo spettro della paura dello straniero, qualche voto in più. «Un giorno la Storia ci giudicherà – ha concluso Bartolo -. E i nostri nipoti ci chiederanno: "Come potevate non sapere?"».
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