Pubblicato il 27/01/2018
POLITICA

Musumeci a Caltagirone: “Tutti con la spalla sotto il Santo per risollevare la Sicilia dalle macerie”



“Sono emozionato – confessa Musumeci- per ritrovarmi negli stessi banchi dove ha preso posto don Luigi Sturzo, lontano dalla mia appartenenza politica, ma costante riferimento nei miei interventi pubblici”. Poi loda il Consiglio comunale per la responsabilità e maturità del confronto politico tra maggioranza e opposizione. “Mi auguro che la stessa responsabiltà e maturità politica io possa trovare nel Parlamento siciliano. Sinora – conclude sconsolato – i segnali si muovono in tutt’altra direzione.

 di Giacomo Belvedere

Si dice emozionato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in visita istituzionale oggi pomeriggio a Caltagirone,  la sua seconda uscita ufficiale, dopo la visita alla città natale Militello in Val di Catania. Il Presidente si è incontrato con il sindaco Ioppolo e la sua Giunta e con il Consiglio comunale, riunitosi per l’occasione. “È la città dei miei nonni: sentivo dunque di doverlo fare”. Ma ancor più emozionato si dice per “ritrovarmi negli stessi banchi dove ha preso posto don Luigi Sturzo, lontano dalla mia appartenenza politica, ma costante riferimento nei miei interventi pubblici. Perché quando non si hanno più vent’anni, e si arriva alla mia – [si scambia uno sguardo d’intesa col sindaco Ioppolo] alla nostra età, e le cose le si guardano con particolare serenità d’animo, ci si rende conto della grandezza di questo uomo, che ha saputo, in tempi assolutamete difficili, anticipare valori, ideali, progetti istituzionali, che mai come in questo momento si rivelano di straordinaria attualità”. Il Presidente la capacità dell’amministrazione comunale di Caltagirone e del Consiglio comunale, che “nel doveroso confronto tra maggioranza e opposizione”, dimostrano “grande responsabilità e maturità politica”. Mi auguro che la stessa responsabiltà e maturità politica io possa trovare nel parlamento siciliano. Sinora – conclude sconsolato – i segnali si muovono in tutt’altra direzione” .

Musumeci si è detto certo dell’urgenza di “dover riaprire un nuovo capitolo nella storia della Sicilia”,ricostruendo dalle “macerie” ereditate non solo dal precedente governo, ma da vent’anni di governi di centro-sinistra e di centro-destra. “La vittoria ci deve consentire di cambiare questa terra. Vincere le elezioni non basta: è il punto di partenza, non di arrivo. La sfida comincia proprio adesso”

“Servono centinaia e centinaia di investimenti, per centinaia e centinaia di milioni di euro al fine di rimettere in moto l’economia”. Il Presidente non nasconde che la Regione è “fortemente indebitata nel suo strumento contabile”, ma a suo avviso “dispone di copiose risorse legate ai Fondi europei, al Piano per il Sud e al Fondo di coesione. Ma paradossalmente – aggiunge – mancano i progetti. La Sicilia muore e muore ricca”.

PROVINCE – “Credo che noi abbiamo bisogno di ridisegnare gli attori del territorio: le aree interne soffrono, arrancano, rischiano il collasso. Le province possono tornare ad essere strumenti di programmazione ma anche di gestione, strumenti capaci di rimettere in moto l’economia locale nella erogazione di servizi prioritari ma anche nella realizzazione di infrastrutture strategiche. L’avere demotivato e debilitato le province negli ultimi 4 anni ha portato ad una crisi che sembra irrecuperabile. Secondo il mio governo, le province devono essere destinatarie di ulteriori competenze. Penso all’edilizia popolare, penso alla programmazione economica, penso alle infrastrutture turistiche, penso alla motorizzazione, all’approvazione degli strumenti urbanistici dei comuni, alla gestione delle acque, alla gestione dei rifiuti. Per fare questo occorre una legge di riordino alla quale il mio governo sta lavorando.

La Regione deve progettare, pianificare: se avesse progettato e se avesse pianificato nel passato oggi non ci sarebbe la crisi idrica, non ci sarebbe la crisi dei rifiuti. Perché la Regione non gestisce i rifiuti: pianifica le infrastrutture e il ciclo dei rifiuti. Non lo ha fatto nel passato e, quando lo ha fatto, lo ha fatto male. Invece i comuni e le province devono gestire e progettare nel contesto di una cornice regionale, poi devono investire. Quindi l’arbitro deve essere la Regione. Quando la Regione non ha fatto l’arbitro, ma ha fatto il giocatore ha determinato decine di partecipate, tutte fallimentari e tutte in passivo. Ha determinato 48 mila lavoratori precari, che ancora oggi non sanno se domani prenderanno lo stipendio, ha creato le partecipate che non sono servite assolutamente a niente. Ecco, la provincia deve essere agile e snella. Le competenze vanno ai comuni e alle province e, assieme alle competenze, naturalmente, le risorse per consentire che le competenze possano essere svolte.

Per quanto riguarda invece l’elezione del presidente della provincia, noi riteniamo che bisogna difendere l’elezione diretta, perché è una conquista della democrazia: non importa se si chiama città metropolitana, libero consorzio, ma il Presidente la Provincia non può essere scelto dai partiti come vuole la legge Delrio e come ha voluto la maggioranza del passato governo”.

SANITÀ – “L’idea è quella di partire dal piano sanitario che è stato varato dal precedente governo, ma va rivisto e va corretto anche per tante contraddizioni. Vanno bene i poli di eccellenza della sanità a Catania, Messina, Palermo, ma le aree interne non possono assolutamente privarsi di strutture di qualità e di servizi essenziali. Il diritto alla salute non è riservato solo a chi vive in città, ma è riservato a tutti i cittadini, anche aldilà del ceto sociale e delle disponibilità del portafoglio. È l’idea di sanità che noi abbiamo in mente e che perfezioneremo nel nuovo piano della rete ospedaliera e sanitaria che sarà varato entro qualche settimana”.

FONDI EUROPEI E RIFIUTI – “Stiamo lavorando per recuperare le risorse che ci sono, ma che non possono essere impiegate perché mancano i progetti: è un paradosso ma è così. L’Unione Europea ha trattenuto diverse centinaia di milioni di euro perché – per esempio – sui rifiuti mancava il piano regionale dei rifiuti. Esiste un piano ma è un piano emergenziale, non è un piano ordinario. Quindi la prossima settimana costituiremo l’ufficio del piano per redigere la pianificazione dei rifiuti e quindi immaginare in ogni provincia il ciclo dei rifiuti. Basta autobotti che partono da Palermo per venire a scaricare a Catania: il ciclo dei rifiuti secondo la nostra visione nasce e muore all’interno della stessa provincia. Lì immaginiamo gli impianti di pre-trattamento, di post-trattamento, di compostaggio, immaginiamo naturalmente anche gli inceneritori per eliminare il 10/15% residuo, ma saranno i comuni associati a decidere che tipo di inceneritore, oppure se conferire la parte residuale in discarica e quindi non realizzare alcun inceneritore”.

INFRASTRUTTURE – “Come sapete abbiamo dato un’accelerazione alla Libertinia. Ho incontrato il ministro Delrio, assieme all’assessore alle infrastrutture Falcone. Abbiamo già avuto garanzie sui finanziamenti: stiamo lavorando per potere completare un ulteriore lotto. Per quanto riguarda le Ferrovie, finalmente ricostruiremo il diroccato ponte nel territorio di Niscemi, in modo che così si possa riprendere la tratta Catania – Valsavoia – Caltagirone – Gela. È importante che si possa creare questo collegamento attraverso la linea ferrata. Catania, Caltagirone e Gela sono tre tappe importanti nei flussi non soltanto dei pendolari ma anche e soprattutto commerciali e mercantili”.

AGRICOLTURA – “Siamo su un terreno minato, perché – come sapete – le competenze sono anche nazionali ed europee. Abbiamo bisogno di nuovi mercati e abbiamo bisogno anche di un nuovo segmento produttivo: voglio dire che è mancato negli ultimi decenni l’assistenza, l’orientamento produttivo e culturale da parte dell’ente pubblico. Tutti non possiamo produrre carciofi, tutti non possiamo produrre arance e quelli che pensano di dover produrre gli ortaggi e la frutta hanno anche il diritto di essere accompagnati alla conquista di nuovi spazi di mercato. L’Ente di Sviluppo Agricolo ormai ha esaurito la propria funzione. Noi siamo per la soppressione dell’ESA e per l’assorbimento dei dipendenti e delle competenze presso l’apposito dipartimento dell’Assessorato all’Agricoltura. Al tempo stesso crediamo che bisogna rivedere il Consorzio di Bonifica. Così come sono immaginati in Sicilia non vanno assolutamente bene, non ne traggono utilità gli agricoltori: rischiano di restare soltanto uno stipendificio. Ci sono molte competenze: dobbiamo recuperare questa importante risorsa umana. Ma la macchina, la struttura così come è stata immaginata ormai dal 1925-26 è già superata.

Stiamo lavorando per recuperare e completare la diga Pietrarossa. Come sapete il contenzioso fra residuo archeologico e opera in cemento incompleta è stato superato. Pare che la Soprintendenza sia d’accordo che il reperto archeologico possa restare sul letto del fiume ed essere protetto comunque. Stiamo cercando le risorse per poter completare questa infrastruttura straordinaria, che potrebbe dare a migliaia di ettari di territorio qui nel Calatino le risorse idriche necessarie per consentire una coltura intensiva”. 

“TUTTI SOTTO IL SANTO”– “Credo che ci siano tutte le condizioni per ricominciare a sperare.  L’amministrazione comunale di Caltagirone sa di avere in me un interlocutore attento e disponibile. E non lo dico per il legame di amicizia con l’attuale sindaco on. Ioppolo, lo dico perché istituzionalmente – come voi avete già notato quando ero Presidente della provincia – io intendo dialogare con tutti i sindaci, al di là delle appartenenze. Il diritto al pane e il diritto a credere che la speranza possa essere alimentata non ha colore di partito”. E conclude con un’efficace immagine metaforica attinta alle tradizionali processioni religose dei paesi: “Tutti con la spalla sotto il Santo per portare in giro la speranza di una stagione diversa e migliore”.

VIDEO INTERVISTA



© RIPRODUZIONE RISERVATA


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.