Pubblicato il 21/05/2019
ECONOMIA E FINANZA

Aree interne, ok da Roma: oltre 36 milioni per il Calatino



Nell’ambito della Snai (Strategia nazionale aree interne), sono previsti fondi comunitari e nazionali pari a 36.121.668 euro. Si tratta di somme finalizzate a bloccare il preoccupante fenomeno dell’abbandono di tanti paesi e a ridurre il divario che riguarda soprattutto la sanità, l’istruzione e il sistema della mobilità.

“Occorre constatare positivamente il lavoro di analisi che l’Area ha posto in essere nel passaggio dalla bozza al preliminare. Dall’analisi del documento emerge che il preliminare di strategia contiene tutti gli elementi per sviluppare e precisare i contenuti necessari per la definizione della strategia d’area. Il preliminare è quindi approvato”.

È la nota che Sabina Lucatelli, coordinatore del comitato tecnico Aree interne del dipartimento Politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha inviato a Gino Ioppolo, sindaco di Caltagirone, Comune capofila del Calatino, una delle cinque aree interne della Sicilia che comprende, oltre a Caltagirone, anche Grammichele, Licodia Eubea, Mineo, Mirabella Imbaccari, San Cono, San Michele di Ganzaria e Vizzini, per un totale di 77mila abitanti, per la quale, nell’ambito della Snai (Strategia nazionale aree interne), sono previsti fondi comunitari e nazionali pari a 36.121.668 euro. Si tratta di somme finalizzate a bloccare il preoccupante fenomeno dell’abbandono di tanti paesi e a ridurre il divario che riguarda soprattutto la sanità, l’istruzione e il sistema della mobilità.

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“Si tratta – sottolinea il sindaco Ioppolodi un significativo passo in avanti verso l’utilizzo di risorse consistenti a beneficio del territorio, nel quale si è intanto registrato, grazie al lavoro costante portato avanti, un pieno, ritrovato dialogo fra i Comuni nel segno di politiche d’area che stanno dando i frutti sperati”. A sottolineare “il buon lavoro svolto in sinergia fra i Comuni del comprensorio” è anche l’assessore Concetta Mancuso, che si è occupata sin dall’inizio dell’argomento - Snai. 

Le somme, come indicato dall’accordo siglato fra i rappresentanti dei Comuni lo scorso 29 gennaio, saranno suddivise in base ai criteri della popolazione residente in ogni Comune (che incide nella misura dell’85 per cento) e dello spopolamento (per il 15 per cento). Pertanto le risorse saranno così ripartite: Caltagirone 15.143.203,12; Grammichele 5 milioni; Licodia Eubea 2 milioni; Mineo 2.555.791,45; Mirabella Imbaccari 3.333.934,06; San Cono 1.828.989,62; San Michele di Ganzaria 2.986.184,81; Vizzini 3.273.555,66 euro. 


Le somme maggiori saranno utilizzate per la realizzazione di lavori di miglioramento, ammodernamento e adeguamento di assi viari secondari di collegamento con la viabilità principale (13.673.724 euro), per l’attuazione di interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici (5.036.975,64) e per la realizzazione di opere di trasformazione degli impianti di pubblica illuminazione con lampade a led e telegestione della rete (2.007.995,77). 

 

Il modello di sviluppo a cui si ispirano i centri del Calatino è caratterizzato da interventi a favore: del rafforzamento del tessuto produttivo artigianale e agroalimentare;  dell’innovazione del settore della didattica e dell’istruzione, coniugando tradizione e settori maggiormente propulsivi per consentire alle comunità di diventare, in modo stabile, luoghi in cui si generino progetti e capacità di governo; del rinnovamento dell’offerta sanitaria anche attraverso la deospedalizzazione e la costituzione di presidi sanitari decentrati; del miglioramento della mobilità e accessibilità, oggi grande nota dolente, sia fra i piccoli centri e Caltagirone, sia dell’area del Calatino con il resto della Sicilia e del territorio nazionale, in questo caso mediante il miglioramento dei collegamenti con gli aeroporti di Catania e Comiso; della revisione dell’offerta culturale dell’area puntando soprattutto sulla creazione di una rete dei Comuni, attraverso adeguati processi di digitalizzazione, fondata sul polo museale regionale presso l’ex convento di Sant’Agostino su cui far convergere tutti i musei locali per una più piena fruizione e valorizzazione del grande patrimonio culturale esistente; dell’efficientamento energetico delle strutture pubbliche, che potrebbe favorire pure la crescita di nuovi mestieri.

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