Pubblicato il 07/08/2019
CRONACA

Catania, mafia: confisca beni per 10 milioni di euro a clan Santapaola-Ercolano



I beni sono stati sequestrati a Vincenzo Enrico Augusto Ercolano, 49enne di Catania, figlio di Giuseppe Ercolano, detto “Pippo” (deceduto), ritenuto uno dei vertici storici del potente sodalizio mafioso “Santapaola-Ercolano”, e di Grazia Santapaola, sorella di Benedetto (“Nitto”), capo storico di “cosa nostra” catanese.


La DIA di Catania ha eseguito un decreto di confisca definitiva di beni emesso dalla Corte di Appello di Catania - II Sezione Penale, divenuto irrevocabile dopo il pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione, nei confronti di Vincenzo Enrico Augusto Ercolano, 49enne di Catania, figlio di Giuseppe Ercolano, detto “Pippo” (deceduto), ritenuto uno dei vertici storici del potente sodalizio mafioso “Santapaola-Ercolano”, e di Grazia Santapaola, sorella di Benedetto (“Nitto”), capo storico di “cosa nostra” catanese.


Il provvedimento odierno prende le mosse da diverse risultanze investigative (in particolare, dall’operazione “Sud Pontino” del 2006 e dall’operazione “Caronte” del 2014), oltre che da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che lo hanno indicato quale autore di numerose condotte criminose (estorsioni, minacce e violenze, intestazione fittizia di beni…).


La più ampia operazione della DIA denominata “Sud Pontino”, con cui fu smantellato un sodalizio criminale che aveva al centro dei suoi interessi l’importante Mercato Ortofrutticolo di Fondi, ha fatto emergere la sua figura di gestore e controllore nel settore dei trasporti, in nome e per conto della mafia.

Le indagini, infatti, hanno riguardato i vertici dei clan camorristici dei Casalesi e dei Mallardo di Giuliano (Napoli), alleati con le famiglie siciliane dei Santapaola-Ercolano, operanti sul territorio catanese, con diramazioni anche all’estero.


Le attività investigative hanno permesso di accertare che Vincenzo Ercolano aveva la disponibilità esclusiva della società “Geotrans Srl”, di cui curava in piena autonomia l’intera attività amministrativa, per quanto fosse formalmente intestatario solo del 50% delle quote del capitale sociale, nonché la totale riconducibilità di altre ditte, utilizzate per “recuperare” patrimonio aziendale e clienti della citata “Geotrans”, quando questa era già stata posta sotto sequestro.


Detta società costituiva il frutto delle sue attività criminali, che gestiva con modalità tipicamente mafiose, impedendo la libera attività degli altri imprenditori in quel settore e imponendo l’entità delle tariffe da praticare (stabilite nei termini più vantaggiosi per la sua impresa), in modo tale da condizionare pesantemente il libero mercato, soprattutto nella zona di influenza.


Con l’odierno decreto sono state confiscate il 100% delle quote, con relativo patrimonio aziendale, delle seguenti società:

-           la Geotrans Srl: costituita nel 1993 da Vincenzo Enrico Augusto Ercolano e dalla sorella Palma Cosima Ercolano, 56enne di Catania, operante da anni nel settore del trasporto su gomma e della logistica, divenuta, in breve tempo, leader in tutta la Sicilia;

-           la Geotrans Logistica Frost Srl: società controllata dalla Geotrans Srl per il 99% e per l’1% da Vincenzo Enrico Augusto Ercolano, costituita nel 2009 da altri soci, che, successivamente, cedevano le proprie quote agli Ercolano;

-           la R.C.L. Società Cooperativa Arl: società costituita nel 2014 da alcuni dipendenti della Geotrans Srl;

-           la E.T.R. di Ercolano Cosima Palma – Impresa Individuale: costituita nel 2001 e attiva nell’autotrasporto per conto terzi.

Il valore del patrimonio confiscato è stimato in circa dieci milioni di euro.


Con il medesimo decreto è stata, inoltre, disposta nei confronti di Vincenzo Ercolano la Misura di Prevenzione Personale della Sorveglianza Speciale di PS, con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di tre anni, oltre al versamento di una somma di 20.000 euro a titolo di cauzione;  l’applicazione dei divieti previsti dal codice antimafia, ovvero l’impossibilità di conseguire licenze o autorizzazioni, concessioni di qualsiasi genere, iscrizioni negli elenchi di appaltatori o di fornitori di opere, beni e servizi per la pubblica amministrazione e qualsiasi tipo di erogazione pubblica.

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