Pubblicato il 08/09/2019
CRONACA

Avviso orale per il cantante neo melodico Leonardo Zappalà



Dopo le polemiche a seguito della trasmissione Realiti, Zappalà si era scusato dicendo che “si era espresso male “ sulla morte di Falcone e Borsellino. Ma a fine giugno ha postato un video in cui – scrive la Questura -  si esaltava “l’uso di armi e droga, ed è mimato il classico rito di affiliazione ai clan mafiosi (c.d. punciuta). Il Sindaco di Paternò ha presentato un esposto presso il locale Comando dei Carabinieri, i quali hanno avviato immediatamente le opportune indagini.


Nel mese di giugno, Leonardo Zappalà (classe 2000) che gravita nell’ambiente della musica napoletana neo-melodica, ed il cui nome d’arte è “Scarface” (nome scelto per la coincidenza della sua data di nascita con quella del boss mafioso degli anni ‘20 Al Capone), è salito agli onori della cronaca nazionale in quanto durante la nota trasmissione televisiva “Realiti”, in onda sui canali nazionali della Rai, facendo esplicito riferimento all’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino, dichiarava: “come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l’amaro”.


Ed è scoppiata la bufera. Zappalà si è difeso su Fb scrivendo che “Mi sono espresso male e per questo chiedo scusa a tutti voi, alla Sicilia, ai siciliani e sopratutto a Falcone e Borsellino e a tutta la sua famiglia. Volevo soltanto dire che, come in ogni lavoro, ma sopratutto nel loro lavoro ci possono essere delle conseguenze. Come appunto purtroppo così è stato. E mi dispiace che abbiano fatto questa fine per colpa della mafia. Mi sono espresso male e richiedo scusa. Ma questo era il mio concetto.
Quando in tv ho detto questa frase, mi hanno subito girato il trono e non ho avuto modo di spiegarmi e correggermi li subito in diretta. È da qui è scattata la bufera, tempeste di insulti. Ho 19 anni, non sono andato a scuola come appunto ho già detto, può capitare anche alle persone con un quoziente intellettivo abbastanza alto di sbagliare un concetto. Non possiamo massacrare ogni persona che sbaglia a dire qualcosa”.


A distanza di qualche giorno (fine giugno) dalla messa in onda di quella trasmissione e nonostante le polemiche da essa innescate per quelle frasi pronunciate, Zappalà ha pubblicato sul circuito sul suo canale You Tube  un video dal titolo “Guaioni e quartieri”, girato tra i ruderi del C.O.M. (centro operativo misto) di Paternò, “nel quale – scrive la Questura etnea - esprimeva apertamente la sua vicinanza all’ambiente malavitoso, inneggiando alla cultura mafiosa”. Nel video, infatti, girato alla presenza di soggetti minorenni, si esaltava “l’uso di armi e droga, ed è mimato il classico rito di affiliazione ai clan mafiosi (c.d. punciuta), con i rischi di emulazione spesso legati a tali rappresentazioni”. Il video non è più visibile sul canale YT ed è in modalità privata.   


A seguito di tale video, che ha suscitato de reazioni sdegnate sui social da parte di molte associazioni giovanili paternesi, il Sindaco di Paternò ha presentato un esposto presso il locale Comando dei Carabinieri, i quali hanno avviato immediatamente le opportune indagini.

Secondo quanto riferisce la Questura etnea, Zappalà, nonostante la giovane età, risulta gravato da precedenti penali e di polizia in quanto deferito all’A.G. in data 21.03.2019, per detenzione per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, nonché nonché denunciato il 20.06.2017, ancora minorenne, per guida senza patente. Lo stesso, inoltre, stato anche controllato in compagnia di soggetti legato alla criminalità organizzata.


“Per le suddette ragioni – si legge nel comunicato -, il Questore di Catania ha deciso di emanare a suo carico, in data 05.09.2019, la misura di prevenzione dell’Avviso Orale; misura notificata il 06.09.2019 da parte del Comando dei Carabinieri di Paternò, competente per territorio, non escludendo la possibilità di procedere successivamente all’aggravamento della misura di prevenzione.

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