A bordo 88 persone soccorse al largo delle coste libiche, in circostanze drammatiche: l’equipaggio è stato infatti minacciato dalle milizie libiche durante la missione di salvataggio al largo della costa libica.

di Giacomo  Belvedere

La Alan Kurdi, nave di Sea Eye, è ormai da sette giorni a poche miglia dalle coste della Sicilia orientale senza autorizzazione a sbarcare. A bordo 88 persone soccorse al largo delle coste libiche. Stamattina, una ventenne è stata evacuata per ragioni sanitarie dalla Guardia costiera italiana. Un’altra donna incinta era stata evacuata domenica scorsa. “88 persone rimangono con noi. Quando termina questo blocco?”, chiede Sea Eye.

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“MINACCIATI DAI LIBICI” - Il soccorso è avvenuto sabato scorso, in circostanze drammatiche. L’equipaggio della Alan Kurdi – come mostra un video clip diffuso dalla Ong -  è stato infatti minacciato dalle milizie libiche durante la missione di salvataggio al largo della costa libica: “Soccorritori con le mani alzate – ha scritto Sea Eye -, persone che nuotano per la vita e attaccanti con mitragliatrici: i video clip mostrano come la nostra nave Alan Kurdi oggi è stata minacciata. Invitiamo urgentemente tutti gli stati europei e l’EU a fornire rapidamente un porto sicuro per le persone traumatizzate ed esauste”.

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IN MEZZO ALLA TEMPESTA - Il tempo, inoltre, non è stato clemente. Il 28 ottobre la Ong ha twittato: “Una notte pesante è alle spalle. Una tempesta ha colpito la nave. La Alan Kurdi non è una grande nave. Abbiamo urgentemente bisogno di un rifugio sicuro”.

Intanto si concludono felicemente le vicende di altre due ONG. Malta ha dato l’ok allo sbarco delle 15 persone salvate dalla Open Arms, tre giorni fa a 45 miglia dalle coste libiche. Il 30 ottobre era stata la volta della Ocean Viking, che ha avuto l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Pozzallo delle 104 persone a bordo, tra cui  41 minori.

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