Pubblicato il 24/11/2019
CRONACA
Immagine di repertorio

Naufragio a Lampedusa: recuperati corpi di 5 donne. Proseguono le ricerche



Secondo le testimonianze dei 149 superstiti tratti in salvo ieri (133 uomini, 13 donne e 3 bambini), sul barcone vi erano altre 20 persone. Drammatiche le operazioni di soccorso condotte nel tardo pomeriggio di ieri, difficoltose non solo per le proibitive condizioni di mare, con onde alte fino a 2 metri, ma anche a seguito dell’elevato numero di persone cadute in mare contemporaneamente.


Morire a un passo dalla salvezza. Sono cinque i cadaveri recuperati fino ad ora, su una ventina di dispersi, dopo il naufragio avvenuto ieri, con il mare in tempesta, a circa un miglio dalla costa, tra la spiaggia dell'isola dei conigli e Cala Galera. I corpi privi di vita di tre donne sono stati recuperati in mare dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 324. I corpi di altre due donne sono stati ritrovati a terra da personale della Guardia di Finanza. La barca, che non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione alla Guardia Costiera, si è capovolta a causa del mare in tempesta. Il naufragio è avvenuto nel tardo pomeriggio, poco prima del tramonto.


Proseguono frattanto le ricerche dei dispersi in mare. Secondo le testimonianze dei 149 (133 uomini, 13 donne e 3 bambini) superstiti tratti in salvo ieri, sul barcone vi erano altre 20 persone.

Attualmente le condizioni meteo marine permangono avverse e nelle ricerche resta impegnato un elicottero e una motovedetta della Guardia costiera.


Drammatiche le operazioni di soccorso condotte nel tardo pomeriggio di ieri dalle motovedette della Guardia costiera, che sono state particolarmente difficoltose, non solo a causa delle proibitive condizioni di mare, con onde alte fino a 2 metri, ma anche a seguito dell’elevato numero di persone cadute in mare contemporaneamente.


Le motovedette della Guardia costiera accorse in salvataggio si sono adoperate con ogni mezzo per poter trarre in salvo più persone possibili. Oltre a due soccorritori marittimi “Rescue Swimmer” - personale altamente specializzato - nell' intento di salvare i naufraghi si è lanciato in mare anche il direttore di macchina della motovedetta CP 305 della Guardia Costiera.


Nel frattempo gli equipaggi della Guardia Costiera rimasti a bordo, si sono prodigati con ogni mezzo disponibile, lanciando in mare salvagenti anulari, cime galleggianti, parabordi e qualsiasi altra cosa potesse permettere ai naufraghi di aggrapparsi e salvarsi dall'annegamento certo.


Tra i primi ad essere soccorsi anche un ipovedente che, stante la sua condizione, ha subito attirato l'attenzione dei soccorritori, che prontamente lo hanno portato a bordo di una delle motovedette impegnate nelle operazioni.


La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo. Già da ieri sera il procuratore aggiunto Salvatore Vella sta seguendo sistematicamente l'evolversi del caso e ha gestito prima la complessa macchina dei soccorsi.

“Siamo tornati a contare i morti nel silenzio più completo e nell'indifferenza”, ha commentato il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello.


Secondo le stime di UNHCR Italia, nel il 2019, è morta una persona su sei tra quelle costrette a fuggire attraversando il Mediterraneo centrale. “Per salvare tutti, il mare dovrebbe essere riempito delle nostre navi, ma ce ne sono 4 ancora sequestrate, che questo governo potrebbe liberare subito. Solo grazie alle navi della società civile esiste una terza possibilità, l'unica umana e legittima: il soccorso e la messa in salvo in un porto sicuro”, ha scritto su Twitter Mediterranea Saving Humans.

Durissimo il commento di Open Arms: Dovevate metterli in salvo prima. Potevate farlo. Continuano i naufragi a poche miglia dalla costa. Scortare in porto imbarcazioni sovraccariche e in condizioni precarie, anziché fare trasbordo su motovedette GC espone le persone a un grave pericolo. Non è accettabile, non è comprensibile. Quanti morti dobbiamo ancora piangere?

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