Pubblicato il 17/03/2017
POLITICA

Caltagirone, è scontro sul bilancio fra opposizioni e maggioranza



I lavori del Consiglio sono stati aggiornati dalla presidenza alle 18 di sabato 18 marzo, decisione contestata dalle opposizioni che hanno parlato di “atto autoritario della maggioranza” convocando per domani una conferenza stampa alle 16.30 nella sala “Arcoleo” del palazzo municipale, per illustrare le ragioni  del loro dissenso.

Si riscalda il clima politico a Caltagirone. E su un tema caldo come il bilancio era prevedibile che la temperatura arrivasse all’ebollizione. Durante il Consiglio comunale, convocato ieri, in seduta straordinaria e urgente, dal Presidente Alparone, il fuoco che covava sotto la cenere è divampato improvviso: le opposizioni hanno fatto fronte comune, valutando persino l’idea di occupare l’aula consiliare per protesta, decisione poi rientrata «per senso di responsabilità». Si è optato per «altre forme di protesta, di denuncia e di informazione dei cittadini».

All’o.d.g. del Consiglio comunale c’era la discussione di tre provvedimenti propedeutici al riequilibrio di bilancio quinquennale, che la Giunta municipale aveva approvato il 15 marso scorso. Si tratta del prospetto aggiornato riguardante il risultato di amministrazione presunto al 31 dicembre 2014, del riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2015 e del ripiano del disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento straordinario dei residui. Provvedimenti, caldeggiati dall’assessore alle Finanze, Massimo Giaconia, in quanto “passo ineludibile per consentire all’Amministrazione, dopo la presa d’atto e l’ok del Consiglio comunale, di approvare il bilancio stabilmente riequilibrato”.

LO SCOGLIO DEL BILANCIO – Quello del bilancio rappresenta un passaggio critico, la prima vera prova di tenuta per l’amministrazione Ioppolo. Un capitolo assai delicato: si tratta infatti, caso più unico che raro in Italia, di riequilibrare ben cinque anni. Nella conferenza stampa di fine anno il Sindaco aveva dichiarato che si era, oramai, in dirittura d’arrivo e che il piano contabile era pronto al 90%: mancavano solo alcune limature per uniformarsi alle indicazioni del Viminale, che avevano fatto slittare l’approvazione, inizialmente prevista entro la prima decade di dicembre, presumibilmente attorno alla metà di gennaio 2017.  “Spero che venga approvato all’unanimità” – fu l’auspicio di Ioppolo. Ma il cronoprogramma ha subito ancora uno slittamento e il piano finanziario quinquennale non è stato ancora sottoposto al vaglio del Consiglio comunale.

Il primo cittadino di Caltagirone sa bene che sul bilancio pluriennale si gioca gran parte della sua credibilità. Se passa lo scoglio insidioso del piano contabile, l’Amministrazione potrà veleggiare in acque più tranquille e porti più sicuri. Ancora vivo è il ricordo della fine prematura dell’amministrazione Bonanno che proprio sullo scoglio del bilancio naufragò rovinosamente. Dopo la dichiarazione di dissesto del 12 marzo 2013, infatti, Bonanno non riuscì a varare il bilancio, che fu bocciato a tarda notte dal Consiglio comunale nella seduta fiume del 19 marzo 2015, che segnò la fine della sua esperienza amministrativa.

Per Ioppolo è dunque di somma importanza poter incassare questo risultato, che marcherebbe una linea di discontinuità con il passato. La scelta dell’assessore Massimo Giaconia è stata mirata al conseguimento di questo obiettivo. Un assessorato ad hoc: rumors danno infatti come assai probabile che Giaconia lasci l’incarico, una volta che la città si sarà dotata del suo piano contabile, per tornarsene a Milano o magari scommettere il proprio futuro politico nel movimento politico “Energie per l’Italia” di Stefano Parisi, a cui l’assessore è molto vicino.

GIACONIA: “ABBIAMO FATTO PULIZIA CONTABILE” – Ieri, l’assessore Giaconia ha compiuto un excursus sulle attività degli ultimi mesi: “Dopo l’approvazione, il 22 novembre scorso, di una prima ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, dal ministero venne richiesto al nostro, così come a tutti i Comuni, di compiere un riaccertamento straordinario dei residui, attivi e passivi, al 31 dicembre 2014. Abbiamo quindi effettuato un’operazione molto complessa di pulizia contabile, che ha portato all’emersione di un disavanzo complessivo di circa 33 milioni di euro, riconducibile a tre elementi: 1) la svalutazione degli attivi, vale a dire i proventi da tributi e contravvenzioni non pagate negli anni (8,5 milioni); le spese vere e proprie (16 milioni), che derivano dalla cancellazione di finanziamenti ricevuti e utilizzati per pagare spese correnti nel 2013 e 2014; l’accantonamento di 6,1 milioni per cause varie, la principale delle quali con l’Eas per fatture non pagate fra il 1996 e il 2008”.

Quanto al dissesto, Giaconia ha detto: “I numeri dicono che è stato corretto farlo, ma che sarebbe stato opportuno includervi anche il 2012, autentico annus horribilis con un disavanzo molto rilevante. È questa la causa principale del mancato riequilibrio di questi anni”. L’assessore si è poi soffermato sul percorso intrapreso per tirare fuori il Comune dalle secche della crisi: “La legge – ha affermato – ci consente di spalmare il disavanzo straordinario di circa 27 milioni in 30 anni e il disavanzo ordinario di circa 6 milioni in un massimo di tre anni. Nonostante l’emersione di un dato così rilevante – ha concluso -, nei bilanci dei prossimi anni possono trovarsi risorse per compensare il disavanzo derivante dall’allocazione trentennale delle perdite”.

Dopo la relazione Giaconia, è stata la volta del presidente dei Revisori dei Conti, Carlo D’Alessandro, che ha illustrato il parere favorevole dato dal collegio ai provvedimenti.

LA PROTESTA DELLE OPPOSIZIONI: “NEGATO DIRITTO DI PAROLA” – I lavori del Consiglio, dopo una lunga riunione dei capigruppo, sono stati aggiornati dalla presidenza alle 18 di sabato 18 marzo, per la prosecuzione della trattazione dei provvedimenti. Una decisione che non è andata giù alle opposizioni, che hanno parlato di “atto autoritario” della maggioranza, che non ha dato ai consiglieri il tempo per approfondire e, quindi, “esprimere un voto consapevole”. “La decisione di rinviare a sabato 18 – scrivono in un comunicato congiunto di tutti i gruppi di opposizione –  è stata assunta secondo una logica di mero rapporto di forza, calpestando le prerogative dei consiglieri e mortificando le istituzioni che appartengono a tutti e non solo alla maggioranza”.

«Da subito abbiamo rappresentato – continua la nota –  che per provvedimenti di tale portata occorresse un lasso di tempo adeguato per lo studio, l’approfondimento e il confronto che coniugasse l’esigenza di fare presto con l’esigenza di fare bene, per tali ragioni abbiamo dissentito sul metodo e su una tempistica all’insegna della frettolosità immotivata e controproducente».

Critiche, inoltre sono state mosse alla relazione di Giaconia, la cui durata, circa un’ora, alle opposizioni è apparsa eccessiva, un monologo – è l’accusa – che non ha offerto possibilità di replica, specie dopo che non è stata riportata “correttamente la discussione e le posizioni articolate che sono state espresse nella conferenza” ed è stato negato “il diritto di parola ai consiglieri che chiedevano di intervenire per rappresentare la posizione unanime dell’opposizione”.

I nove – Simone Amato, Giuseppe Carnibella, Vincenzo Di Stefano, Marco Failla, Aldo Lo Bianco, Lara Lodato, Cristina Navarra, Mario Polizzi ed Elisa Privitera – hanno pertanto convocato una conferenza stampa per sabato 18 marzo, alle 16,30, nella sala “Arcoleo” del palazzo municipale, per illustrare le ragioni  del loro dissenso. E dopo la conferenza stampa, in Consiglio, la seduta si preannuncia rovente.

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