Pubblicato il 29/02/2020
POLITICA

Caltagirone, “Social housing”: il dirigente dell’Area tecnica: “Proporrò la revoca”



Ieri sera, in Consiglio, seduta “calda” sul “Social housing”. Bocciata la proposta dell’opposizione del’istituzione di un tavolo tecnico permanente.


È scontro tra maggioranza e opposizione sulla spinosa questione del “Social housing”. Il nuovo dirigente dell’Area tecnica del Comune di Caltagirone, Sebastiano Leonardi, proporrà al Consiglio comunale di revocare la delibera dell’1 dicembre 2018, con la quale fu approvata la proposta di rimodulazione del Programma integrato per il recupero e la riqualificazione della città (il programma di investimenti pubblici - 7 milioni circa - e privati - 8 milioni -, per un totale di 15 milioni di euro, finalizzato al recupero urbanistico e funzionale di alcuni edifici di proprietà privata), presentata dalla società a responsabilità limitata Caltagirone Social Housing.


Ciò avverrà, come spiegato dallo stesso ingegnere Sebastiano Leonardi, perché la Caltagirone Social Housing, che ha subito dimostrato di possedere tutti i requisiti richiesti, è però subentrata nella titolarità del rapporto col Comune alla Sicilia Social Housing (a sua volta subentrata alla Appaltitalia Srl), carente invece dell’attestazione Soa richiesta, ragion per cui quest’ultima non aveva titolo per effettuare il trasferimento.


Il dirigente dell’Area tecnica, pertanto, riconosce in Appaltitalia Srl (la società originariamente partner del Comune nell’iniziativa) e non in altri soggetti, l’interlocutrice dell’Ente con la quale portare a compimento il Programma integrato.


Si tratta delle novità emerse nella lunga seduta di Consiglio comunale di ieri sera, dedicata alla trattazione della mozione sul cosiddetto “Social Housing” presentata dall’opposizione – primo firmatario Mario Polizzi –, con cui si proponeva “l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per il monitoraggio dell'iter amministrativo e l'individuazione di soluzioni”. 


La mozione è stata bocciata (6 no, 4 astenuti e 6 sì), così come gli emendamenti proposti dall’opposizione (firmatari Marco Failla e Aldo Lo Bianco) prima della votazione finale, che individuavano le soluzioni “nel ritorno dell’intervento in un immobile del centro storico e nella realizzazione della nuova caserma dei carabinieri, invece che nei locali di via Madonna della Via, in quelli dell’ex Ipab di via Santa Maria di Gesù”.


Ritenuta irricevibile dal primo firmatario della mozione, e quindi non trattata, la proposta di emendamento avanzata dal gruppo “Caltagirone Domani” e illustrata da Oriella Barresi, che intendeva impegnare l’Amministrazione “a verificare la necessità o opportunità di predisporre un atto deliberativo di revoca della deliberazione di Consiglio”.


Durante l’illustrazione della mozione, Polizzi, ripercorrendo l’iter della vicenda, ha stigmatizzato “lo stravolgimento del progetto originario operato con quella delibera di Consiglio (che ha inserito, in alternativa al Palazzo Spadaro e all’immobile destinato a caserma, i lotti G e H, in via Madonna della Via) e l’atteggiamento pilatesco avuto dall’Amministrazione”, avanzando dubbi sul percorso seguito.


L’assessore Francesco Caristia ha ribadito che “si è trattato di una strada imboccata e seguita dall’ufficio, trattandosi di una materia prettamente gestionale”. Failla ha sottolineato “la forte azione politica condotta dall’opposizione”, mentre sia Sergio Domenica che Vincenzo Gozza hanno difeso la “ratio” del voto dell’1 dicembre 2018, avvenuto “col conforto pieno della burocrazia”. Anche Roberto Gravina ha ricordato “le responsabilità che competono ai dirigenti”.


Secondo Cristina Navarra “è stata fatta piena luce su una pagina triste della nostra città”. Barresi ha rivendicato la chiarezza ottenuta, “che fa ritenere superato il proposto tavolo tecnico“, all’azione incisiva del gruppo Caltagirone Domani; Piergiorgio Cappello ha rimarcato le responsabilità della maggioranza; Vincenzo Di Stefano ha ascritto ai “meriti dell’opposizione” il risultato così raggiunto. Tutti d’accordo, invece, da Polizzi, Failla, Domenica, Gozza, Gravina, Navarra, Aldo Grimaldi (che ha chiesto all’Amministrazione di “vigilare sull’intero procedimento”), Barresi, Simone Amato e Di Stefano, all’Amministrazione attraverso l’assessore Caristia, sulla necessità di salvaguardare il finanziamento.


In apertura l’assise, attraverso le comunicazioni di alcuni consiglieri – di Vincenzo Di Stefano sullo stop al mercato del sabato e sui lavori in piazza Municipio; di Marco Failla sulla perdurante assenza dalle scuole degli assistenti alla comunicazione e sullo stato di degrado dell’edificio che ospitava l’Agrario (di proprietà dell’ex Provincia); di Cristina Navarra sulla Guardia medica non tornata nel centro storico e sugli intendimenti dell’Amministrazione sulla Strategia nazionale aree interne; di Sergio Gruttadauria sulla necessità di una corretta informazione sul Coronavirus e di Mario Polizzi sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali – si era occupata di una serie di tematiche. Gli assessori Luca Distefano e Francesco Caristia avevano risposto illustrando le iniziative già assunte o in programma, da parte dell’Amministrazione, “per risolvere le problematiche lamentate”.

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