Pubblicato il 20/03/2015
POLITICA

Caltagirone, bocciato il bilancio. Bonanno al capolinea? La Gulizia lascia



CALTAGIRONE, BOCCIATO IL BILANCIO. BONANNO AL CAPOLINEA? LA GULIZIA LASCIA – Alla fine il bilancio non è passato. Seduta fiume giovedì 19 marzo del Consiglio comunale di Caltagirone convocato in seduta straordinaria e urgente, alle 20, per esaminare la nuova ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato per l’esercizio finanziario 2012-2013-2014 e di bilancio pluriennale 2014/2016, dopo che per la terza volta il Viminale aveva rimandato indietro al mittente il piano contabile dell’ente.A tarda notte, poco prima delle 2 di venerdì 20 marzo, con 8 voti a favore; 2 astenuti e 16 contrari, il provvedimento è stato respinto dall’aula.

Ph. Il Sette e Mezzo

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IL NO DEI REVISORI – Sin dalle prime battute si è capito che l’aria che tirava non era affatto favorevole all’amministrazione. Era stato respinto (10 sì e 16 astenuti) un provvedimento riguardante la ricognizione della società partecipate e la razionalizzazione della presenza del Comune nei vari organismi, funzionale all’ipotesi contabile della Giunta. Sul bilancio è pesato come un macigno la nota negativa del Collegio dei Revisori, composto da Carlo D’Alessandro, Maurizio Zimbone e Guido Naghel. Ma l’amministrazione Bonanno non si è data per vinta e si è giocata le sue ultime carte, affidando all’assessore Roberto Gravina il compito di difendere l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Gravina ha presentato un emendamento nel tentativo di salvare in extremis il salvabile. In sostanza, è stato il suo ragionamento, l’anno 2013 non risulterebbe squilibrato e dunque non è giustificata la sanzione di 1 milione e 200 mila euro comminata dal Ministero dell’Interno.Una somma che reimmessa in entrata consentirebbe, secondo Gravina, di riappianare il bilancio. Ma dai revisori è arrivata una doccia gelata: il 2013, sarebbe equilibrato ma grazie ad un conteggio dei versamenti Imu su cui il collegio nutre dei dubbi. Inoltre, come si evince dalla nota del Viminale, la sanzione va comunque calcolata nel bilancio. Per cui, ha concluso il presidente dell’organo di controllo contabile del comune, Carlo D’Alessandro prescindendo da valutazioni politiche sulla giustezza di tale sanzione che non competono ai revisori, ragioni tecniche non consentono di dare parere positivo all’emendamento.

DIVORZIO TRA ART. 4 E BONANNO – Il voto ha evidenziato lo strappo consumatosi tra Art. 4 e Bonanno, preannunciato tra l’altro dall’assenza in aula dell’assessore ai Servizi alla Persona e alla Pubblica Istruzione Chiara Gulizia e dall’intervento del consigliere Luca Di Stefano che ha dichiarato il suo voto contrario e chiesto le dimissioni del sindaco. Il consigliere Giovanni Modica si è astenuto sull’emendamento Gravina e ha successivamente votato contro il bilancio. La Gulizia, ci ha spiegato, avrebbe formalizzato le sue dimissioni a breve. «Non le ha presentate stamattina, per poter consentire responsabilmente l’approvazione dell’istanza di ricorso al Tar contro la sanzione del Ministero dell’Interno». Le dimissioni sono poi arrivate venerdì mattina. Alla domanda se art. 4 voterà un’eventuale mozione di sfiducia: «Certamente  – è la risposta inequivocabile – per un atto di coerenza col voto di oggi».

Ph. Andrea Annaloro

Ph. Andrea Annaloro

GULIZIA: “SI ARRIVA A UN MOMENTO IN CUI È GIUSTO FARE UN PASSO INDIETRO” – «Ho sempre detto che non avrebbe avuto senso lo scioglimento del Consiglio e mantenere la carica di amministratore» – ha dichiarato Chiara Gulizia, raggiunta telefonicamente. «Nel momento in cui si scioglie un organo eletto dai cittadini non credo che un amministratore rispetto a questo possa restare indifferente. La bocciatura del bilancio da parte del Consiglio è una cosa grave. Non avrei neppure fatto il gioco di chi pur di restare su una poltrona spera in chi sa che cosa». «Ho continuato – ha aggiunto l’assessore dimissionario – ad espletare i miei adempimenti ma ci sono delle valutazioni che vengono fatte e che non sono di carattere partitico: è una mia posizione politica che ho sempre avuto. Un voto contrario scaturisce da un parere negativo tecnico. La volta scorsa il parere mancava e ci si è assunta la responsabilità. Si è detto che il parere è stato dato tre minuti prima della seduta. Ma che il parere dei revisori fosse negativo già lo si sapeva». «Lascio con tanta amarezza – ha continuato la Gulizia – perché è stata una scelta difficile e sofferta, in primo luogo nei confronti del sindaco. La mia scelta è stata coerente rispetto a quello che ho sempre sostenuto. Abbiamo lavorato tanto e in modo efficace con risultati nella Pubblica Istruzione, nei Servizi Sociali, nei bandi e in tutto quello che è stato attivato. Il lavoro non devo essere io a giudicarlo ma è evidente».  Le abbiamo chiesto con quale clima è maturato il divorzio dal sindaco Bonanno: «Stamattina – è stata la risposta – prima di formalizzare le dimissioni ho incontrato il sindaco e spiegato le mie ragioni. Gli ho detto che è una questione di coerenza rispetto a quello che ho sempre sostenuto. La mia amarezza sul piano personale è proprio questa: l’ho sostenuto sin dall’inizio ma poi si arriva a un momento in cui è giusto fare un passo indietro. Ci abbiamo provato, ma facciamo un passo indietro quando non ci sono più le condizioni. Dopodiché i cittadini decideranno il futuro».

Ph. Il Sette e Mezzo

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BONANNO: «DIMETTERMI? NON È QUESTO IL PROBLEMA» – Dopo il voto, il sindaco Nicola Bonanno si è detto sereno: «Dimettermi? Non è questo il problema». «Sono rammaricato per il commiato della dott.ssa Gulizia – ha commentato –, dopo tanto lavoro e tante battaglie condotte insieme, numerosi ostacoli superati e significativi finanziamenti ottenuti in un settore importante e prioritario nell’azione amministrativa, come quello dei servizi sociali. Purtroppo, però, le logiche di partito hanno avuto la prevalenza su queste considerazioni, comportando l’interruzione di una positiva esperienza».

Quali gli scenari possibili? La normativa della Regione Siciliana prevede lo scioglimento del Consiglio ma non, come è previsto nel resto d’Italia, la decadenza del Sindaco. A meno che il Consiglio non decida di giocare di anticipo e presentare la mozione di sfiducia al sindaco. I numeri, a differenza dell’ultima volta, sembrano esserci. Il sindaco Bonanno a quel punto potrebbe decidere di porre fine alla sindacatura con le sue dimissioni per evitare di essere sfiduciato. Ma questa storia è ancora tutta da scrivere.

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