Pubblicato il 05/05/2020
POLITICA
ph. Il Sette e Mezzo

Caltagirone, chiesto dall’opposizione Consiglio comunale sull’emergenza Covid-19 in città



La proposta di Ordine del Giorno, sottoscritta e presentata dagli 8 dell'opposizione, è stata inviata ieri mattina via Pec e via e - mail al Presidente del Consiglio Comunale e, per conoscenza, al Sindaco. La seduta di Consiglio si terrà questa settimana, in via telematica, così come deciso dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo. La data non è stata ancora stabilita.


Un Consiglio comunale sull’emergenza Covid-19 a Caltagirone. La richiesta da parte degli 8 Consiglieri Comunali di opposizione, Amato Simone,  Lo Bianco Gesualdo, Cappello Piergiorgio, Navarra Maria, Di Stefano Vincenzo, Polizzi Francesco, Failla Marco, Privitera Elisa.

La richiesta per la convocazione di una seduta straordinaria ed urgente, in via telematica, del Consiglio Comunale è stata inoltrata al Presidente del Consiglio Comunale Massimo Alparone, per l'approvazione di un Ordine del Giorno sull'emergenza sanitaria.

La proposta di Ordine del Giorno, sottoscritta e presentata dagli 8 dell'opposizione, è stata inviata ieri mattina via Pec e via e - mail al Presidente del Consiglio Comunale e, per conoscenza, al Sindaco.

La seduta di Consiglio si terrà questa settimana, in via telematica, così come deciso dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo. La data non è stata ancora stabilita.


Questa la proposta di Ordine del Giorno:


Il Consiglio Comunale

PREMESSO CHE

A seguito della veloce diffusione del virus COVID-19 , nelle prime settimane di Marzo, la Regione, su indicazione dell’ASP di Catania, ha individuato l’Ospedale Gravina e Santo Pietro di Caltagirone  quale Centro di riferimento regionale Covid-19, cioè uno degli "Ospedali Covid-19" deputati al ricovero di pazienti, della provincia di Catania, contagiati dal coronavirus ed a supporto dei presidi sanitari dell’area metropolitana etnea.

I posti letto dell’Unità Operativa Complessa di malattie infettive sono stati così aumentati da 12 a 46. I 34 posti letto in più arrivano dallo smantellamento del reparto di Medicina Generale (24) e della Medicina e  Chirurgia di Accettazione e Urgenza - MCAU (10).

La scelta del Presidio Gravina di Caltagirone quale “ Centro Regionale Covid-19” è avvenuta in un momento in cui lo stesso versa in una situazione di grave crisi, determinata dal depotenziamento di diversi reparti carenti di medici, infermieri e personale paramedico, nonché di risorse strumentali.

L'allocazione dell'Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive nel corpo centrale del Presidio Ospedaliero con vie di accesso comuni anche ad altri reparti, e non presso un padiglione autonomo e fisicamente distaccato dallo stesso, è stata una concausa, assieme alla mancanza/carenza dei dispositivi  di protezione individuali (DPI) da fornire al personale medico, paramedico, socio - sanitario, dei contagi registratisi tra gli operatori stessi, tra i quali lo stesso Primario, direttore dell' U.O.C. Malattie Infettive.

Gli ospedali "misti", come da logica e come dall'esperienza di altre realtà ospedaliere in Italia, sono rischiosi ed ingestibili per la cura dei pazienti Covid-19 e per l'incolumità degli stessi operatori. Le strutture ospedaliere dedicate per tale cura devono essere strutture dedicate ad hoc, liberando e mettendo in sicurezza gli ospedali.

In data 21.04.2020 è stata data notizia di un focolaio di contagio dentro una casa di riposo di Caltagirone, nella quale sono stati accertati 41 casi di positività al Covid-19, tra anziani ospiti ed operatori della struttura, e sei casi di morti sospette, e tra la notte del 24 e l'alba del 25 Aprile u.s., gli anziani positivi sono stati trasferiti presso l'Ospedale di Caltagirone e presso altri ospedali di Catania;

Nel territorio di Caltagirone insiste una notevole presenza di servizi residenziali  per anziani, minori e diversamente abili. Non è difficile comprendere come le strutture che erogano i suddetti servizi  in tempo di pandemia, più di altri, siano ad altissimo rischio di contagio e quindi necessitano, con immediata urgenza, di rientrare in un piano di prevenzione, che non può esaurirsi in controlli ed ispezioni, pur necessari, per il rispetto dei protocolli di sicurezza da parte delle strutture, ma che consenta l'effettuazione dei tamponi per il personale e per gli ospiti.

Dal punto di vista psicologico, la principale paura dei pazienti con sintomi riconducili a COVID-19 e non sottoposti a tampone è ovviamente quella di essere positivi e spesso cercano una smentita anche se sono consapevoli che è impossibile . I pazienti positivi hanno paura soprattutto di poter contagiare i familiari (specialmente se in casa ci sono anziani o bambini. L’altro grande interrogativo è capire quando potranno tornare ‘alla vita normale’ (chi al lavoro o chi uscire semplicemente per andare al supermercato) senza rischiare di contagiare nessuno. Diventa automatico il riferimento ai medici di famiglia, con grande appesantimento del carico di lavoro degli stessi , chiamati a farsi carico anche di questa forma di emergenza psicologica.


CONSIDERATO CHE

L’individuazione del Presidio Gravina  e Santo Pietro di Caltagirone , quale centro regionale Covid-19, non è stata accompagnata sin da subito da adeguate risorse umane e strumentali in grado di far fronte all’immediatezza della diagnosi e di conseguenza alla tempestività della cura e della prevenzione del diffondersi di possibili focolai epidemici.

Per la diagnosi precoce è necessario che i tempi dello screening e della rilevazione siano quanto mai veloci.  Ad oggi,  risulta assolutamente inadeguata la pratica dei controlli con il tampone faringeo sia per numero di quelli fin qui praticati, sia per il tempo decisamente troppo lungo per averne l’esito. Eppure la Regione Sicilia pare abbia già determinato, con l'esperire un'apposita gara d'appalto, di dotare l’Ospedale Gravina degli strumenti di laboratorio necessari per processare in tempi brevi e in loco gli esami dei tamponi effettuati evitando il loro invio presso il Policlinico di Catania,  azzerando così i ritardi che creano nocumento e pregiudizio alla salute dei cittadini.

Nel contrastare il rapido diffondersi del virus, occorre oltre che il rispetto delle misure di distanziamento sociale e del lockdown, che si supporti adeguatamente anche la sanità territoriale, in particolar modo l’azione dei medici di famiglia. Gli stessi più volte hanno lamentato l’assenza di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale, atti a rendere gli studi medici e il lavoro degli operatori sanitari rispettosi della tutela degli ambienti e della sicurezza dei luoghi di lavoro;  lentezza nell’accoglimento delle richieste di immediata esecutività del tampone faringeo e tempi di risposta per nulla contenuti.

Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) sono state già istituite da alcune settimane, con apposito provvedimento dell'ASP di Catania (Delibera N. 331 del 08.04.2020), con lo scopo di monitorare i pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero in ospedale, potenziando per tale via la risposta assistenziale della sanità territoriale nella gestione dell'emergenza.

Tutto ciò premesso e considerato,

FA VOTI

affinchè l’Amministrazione Comunale, in particolar modo il Sig. Sindaco quale massima autorità sanitaria della Città di Caltagirone, il Direttore Generale dell’ASP di Catania e l’Assessore Regionale alla Sanità, ciascuno per la propria competenza procedano a:

  • Dare seguito all’impegno di dotare, nel più breve tempo possibile, il Presidio Ospedaliero Gravina Santo Pietro di Caltagirone di apposita strumentazione di laboratorio, per accelerare le analisi sui  tamponi faringei  ed i tempi del responso.
  • Trasferire il reparto di malattie infettive presso un padiglione avente le caratteristiche rispondenti alla necessità di avere  un edificio adeguato, fisicamente staccato dal corpo centrale del nosocomio,  funzionale al superamento dell'ospedale "misto", al fine di isolare ed evitare possibili rischi di contagio e garantire adeguate misure di sicurezza e di protezione.
  • Individuare ed attivare una struttura, nel territorio comunale, idonea ad ospitare pazienti Covid-19 dimessi dall'Ospedale, ma con tampone ancora positivo, che necessitano di un periodo di quarantena, perchè ancora contagiosi, e che non possono rientrare nel proprio domicilio.
  • Potenziare i Dispositivi di Protezioni Individuale nonché i controlli preventivi, attraverso la somministrazione dei tamponi,  per tutto il personale medico e paramedico dell'Ospedale, procedendo ad una stretta sorveglianza epidemiologica dello stesso, al fine di garantire la sicurezza.
  • Potenziare, oltrechè attraverso dotazioni strumentali, anche con adeguato personale medico e infermieristico non solo il reparto di malattie infettive, ma anche gli altri reparti, ripristinando la piena funzionalità della Medicina Generale e del MCAU.
  • Ripristinare, assicurandone la piena funzionalità, i reparti di Medicina Generale, Medicina e Chirurgia di Accettazione ed Urgenza (MCAU), nonchè quelli di Oculistica e di Otorinolaringoiatria, poiché il Covid-19 non azzera le altre patologie e le azioni di cura e di intervento.
  • Riorganizzare la sanità territoriale, supportando l’azione di intervento e cura dei medici di famiglia con l’azione e gli interventi  delle  Unità Speciali di Continuità Assistenziali (USCA) al fine  di rafforzare la rete sanitaria territoriale e garantire  l’intervento direttamente a domicilio, ed effettuando la mappatura dei contatti che hanno avuto le persone risultate positive.
  • Sottoporre a controlli preventivi, anche con l'esecuzione di tamponi, e costante monitoraggio tutte le strutture residenziali che accolgono anziani, minori e disabili, al fine di contenere l’insorgere di possibili focolai di contagio, ed in particolare modo nelle  strutture che accolgono anziani vengano applicate e fatte osservare le misure di prevenzione da adottare per il contenimento del contagio, disposte con il Vademecum allegato a provvedimento dell'Assessorato della Salute del 09.04.2020, Prot.  N. 13253.

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