Pubblicato il 09/05/2015
SOCIETÀ

La truffa porta a porta dei contratti luce e gas. Come non farsi imbrogliare



Giovedì 8 maggio è stato sventato in extremis l’ennesimo caso di truffa sul contratto della luce, grazie all’accortezza e al fiuto di una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Forza d’Agrò in provincia di Messina. Denunciati due giovani, un ragazzo di 26 anni di origini campane, già in passato deferito per fatti analoghi, e una ragazza di 22 anni di Messina, che stavano raggirando un cittadino di 68 anni di quel Comune, portandolo erroneamente a sottoscrivere un nuovo contratto per l’approvvigionamento di energia elettrica per uso domestico. Si sono presentati come dipendenti di un noto fornitore di energia elettrica, riscuotendo in questo modo la fiducia dell’ignaro cittadino.

Si sono fatti consegnare una bolletta del vecchio operatore e il codice fiscale motivando la richiesta con l’esigenza di dover effettuare una verifica dei dati. Ma poi con le informazioni recuperate i due stavano facendo sottoscrivere un nuovo contratto. Erano stati abili e il 68enne di Forza d’Agrò non aveva intuito assolutamente quale fosse il reale obiettivo. Per fortuna dell’ignaro malcapitato, una pattuglia dei Carabinieri di quella Stazione, in servizio di prevenzione, ha notato il cittadino in compagnia dei due giovani sconosciuti e lo ha raggiunto per verificare la situazione. Si è subito compreso quanto stava succedendo e i due giovani sono stati accompagnati in caserma e denunciati all’Autorità Giudiziaria per tentata truffa in concorso. Stavolta il tempestivo intervento dei Carabinieri e la conoscenza del territorio e dei cittadini hanno consentito di evitare una truffa. Ma altre volte  la vicenda ha avuto un esito ben diverso.

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LA TRUFFA PORTA A PORTA – Il sistema, collaudato, è sempre lo stesso, una sorta di format. Lo ricostruiamo, sulla base dei tanti episodi segnalati in tutta Italia. Di alcuni di essi, accaduti a Caltagirone, e fortunatamente finiti bene, siamo venuti a conoscenza dai racconti dei nostri lettori.

Suonano il campanello. L’ora è scelta con raffinata perfidia: di solito l’ora di pranzo, così la preda ha fretta di chiudere per riprendere il pasto interrotto. E la fretta è sempre una cattiva consigliera. Si presentano sorridenti, ben vestiti ed eleganti. In realtà sono agenti senza scrupoli. Se poi ti mostrano il distintivo Enel, marchio inconfondibile e familiare, tutti, ovviamente, aprono la porta. Fingono un controllo, propongono nuove “taglie”, promettono risparmi favolosi e, all’insaputa del malcapitato, gli fanno sottoscrivere un contratto per la fornitura di energia elettrica. Simpatici, loquaci, parlano ininterrottamente senza permettere di essere interrotti. E soprattutto: senza dare il tempo di ragionare. Chiedono di visionare l’ultima bolletta Enel da cui rilevano e trascrivono sulle loro schede il codice cliente con cui si ha accesso a tutti i dati dell’utente. Dopo di che la frittata è fatta. L’ingenuo cliente viene a sapere solo giorni dopo e a cose fatte del cambio di operatore: gli arriva dal nuovo fornitore una bolletta per nulla più conveniente, a volte comprensiva anche del gas, che sarà costretto a pagare due volte. Un caso limite è capitato a un’anziana pensionata udinese che si è trovata a sua insaputa a cambiare ben tre operatori nell’arco dell’ultimo trimestre, senza mai averlo richiesto, con oneri ovviamente a suo carico.

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A quel punto, se si vuole risolvere la faccenda, diventa tutto tremendamente complicato. Spesso per rassicurare il cliente annunciano anche che arriverà una chiamata dall’operatore per avere il gradimento del servizio. «Noi non siamo truffatori» – gli dicono -, ma la chiamata è un altro modo per avere il consenso registrato del cliente. Cornuto e bastonato. Il raggiro a volte è facilitato dall’ambiguità che si ha oggi con la liberalizzazione del mercato: Enel servizio elettrico (la vecchia Enel) ed Enel Energia, ad esempio, sono due società diverse, ma non molti lo sanno. Ed è facile giocare su questa confusione, convincendo a lasciare Enel Servizio Elettrico, proponendo tariffe vantaggiose per “premiare” i clienti che restano con Enel (perché – vi dicono – naturalmente siamo la stessa cosa, facciamo tutti parte del “gruppo” Enel, etc.).

Un lettore ci ha raccontato che, avendo subodorato l’imbroglio, alla domanda di rito: «Non vuole pagare di meno?», ha risposto: «No, mi piace pagare di più», attirandosi le ire dei due agenti pubblicitari che lo hanno preso per un deficiente. Anche questa è una mossa ben studiata, per far sentire in colpa e spingere a chiedere scusa e riparare il “danno” presunto, sottoscrivendo un nuovo contratto e procurandoselo davvero il danno reale. La strategia punta all’offuscamento della ragione e a portare il discorso sul piano emotivo, agitando il miraggio allettante di lauti risparmi.

C’è poi la versione tramite telefonata. Il trucco è semplice. Chiamano: «Buongiorno, parlo con il titolare della linea?». Se, come è naturale, si risponde “sì”, si accetta un nuovo contratto per la luce o il gas. La telefonata difatti viene montata opportunamente in modo che il sì diventi adesione alla proposta. Siamo al limite tra la truffa e il raggiro, particolarmente odiosi perché l’incauta vittima è spesso una persona anziana.

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COME DIFENDERSI – Le raccomandazioni, in questi casi, non sono mai troppe. Federconsumatori consiglia di:
non fornire in ogni caso dati e non concludere contratti a domicilio, meglio pretendere l’invio della documentazione via posta o via mail;
non fare mai leggere né consegnare la bolletta a sconosciuti. È un modo per poter conoscere il codice utente indispensabile per stipulare un contratto. D’altro canto basta ragionare: che bisogno hanno di vedere la bolletta se davvero sono operatori del fornitore con cui si è stipulato il contratto? Dovrebbero averlo;
pretendere l’esibizione di un tesserino di riconoscimento;
chiedere una copia del contratto “favoloso” che vi promettono. Non ve la daranno, adducendo il pretesto che ne hanno una sola copia. Un lettore ci ha detto che quando lui ha proposto di fotocopiarla, dato che aveva la fotocopiatrice in casa, ecco che i due si sono scambiati sguardi furtivi e intelligenti, lo hanno salutato con un sarcastico “peggio per lei” e si sono dileguati in tutta fretta;
non firmare nulla, anche se questa è un’arma spuntata. Purtroppo in Italia la legge non tutela il cittadino consumatore. Il contratto, infatti, vale anche se manca la firma, perché risulta come accordo verbale;
non fornire i propri dati per telefono e comunque diffidare di chi richiede informazioni telefoniche sulle forniture;
conservare sempre le bollette, e fare attenzione a quelle nella cassetta delle lettere, dal momento che contengono dati sensibili e informazioni preziose, e sono facilmente sottraibili;
– ricordare che entro due settimane può essere esercitato il diritto di ripensamento;
– rivolgersi agli sportelli delle proprie aziende e tener presente che nel Codice del Consumo è stata introdotta una clausola che prevede la nullità per i contratti non richiesti.

Se si è incappati nella truffa, denunciare il caso alle Forze dell’Ordine e alle associazioni di consumatori e armarsi di tanta pazienza, preparandosi ad affrontare una vera odissea burocratica, come documentano gli innumerevoli casi in tutta Italia. Ma se si persiste alla fine qualche risultato lo si vede. La denuncia alle Forze dell’Ordine paga. Una lettrice ci ha raccontato la sua disavventura con una compagnia telefonica. Dopo aver ascoltato la registrazione in Commissariato, dove era andata dopo aver sporto denuncia, e aver riconosciuto la sua voce che diceva ”sì”, a seguito di una richiesta da pare dell’operatore, l’ostinata ma saggia lettrice non ha desistito dalla denuncia, chiedendo una perizia fonica. La compagnia a quel punto si è arresa e pochi giorni dopo è arrivato l’annullamento del contratto col rimborso del precedente canone accreditato.

Prevenire, in ogni caso, è sempre meglio che curare per evitare noie e fastidi. Accortezza dunque, a non farsi sedurre dalle sirene di forti risparmi: come Ulisse usate sempre la testa. Vale sempre il consiglio della mamma: «Non parlate con gli sconosciuti».

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