Pubblicato il 03/12/2013
POLITICA

LA RESA DEI CONTI



Oggi in Consiglio comunale si giocherà una duplice partita: quella del bilancio economico del comune di Caltagirone e quella del bilancio politico dell’amministrazione Bonanno.

Mentre stasera si aspetta con ansia il bilancio riequilibrato, dopo una serie di rinvii, promesse e smentite, come in tutti i migliori film che si rispettino, arriva il colpo di scena. Alle dimissioni del consulente per il bilancio Angelo Scandura seguono le dimissioni di Renzo  Giarmanà, dirigente ad interim per l’Area 2 “Programmazione finanziaria e Tributi” del Comune di Caltagirone. E il giallo s’infittisce. Se fosse un film diremmo che il regista con gli autori sono da premio Oscar, da carpet red. Intrighi, colpi di scena, suspense non mancano. Tutti gli ingredienti ci sono ma non è un film,  purtroppo, è la realtà!

DAL DISSESTO AL BILANCIO – Ma perché i nostri lettori possano capire ecco il riassunto delle puntate precedenti. Il 12 marzo 2013, nel cuore della notte, intorno alle 2,00 a.m., con 17 voti favorevoli e 9 contrari, il Consiglio comunale vota a maggioranza la dichiarazione di dissesto finanziario dell’ente. Un provvedimento fortemente voluto dal Sindaco Bonanno, che ha speso tutte le sue energie nel primo anno della sua sindacatura esclusivamente per conseguire questo obiettivo. Senza voler sentire altre ragioni. Non è qui il luogo per discutere se la dichiarazione di dissesto rispondesse effettivamente a una situazione di default reale o fosse invece una scelta politica per far fuori l’opposizione e il suo leader Francesco Pignataro. Quello  che qui ci preme sottolineare è che ogni nostra decisione comporta una serie di conseguenze di cui non possiamo non assumerci la responsabilità. Se dichiaro il dissesto me ne devo assumere le conseguenze. La prima è alzare le aliquote delle imposte al massimo. Ma il Sindaco Bonanno ha fatto approvare nel mese di ottobre 2012 dalla sua Giunta e successivamente ritirato una delibera in tal senso. Non se l’è sentita di rischiare l’impopolarità per una scelta che indubbiamente avrebbe inciso – e molto – nelle tasche dei cittadini. Ma così si è privato di possibili entrate, stimate in quattro milioni e mezzo di euro. La seconda conseguenza è tagliare le spese non produttive e strettamente necessarie. Anche in questo caso in sindaco non ha voluto rischiare l’immagine. La festa di S. Giacomo, ad esempio, si è svolta con tutti i crismi, compresi i fantasmagorici, ma costosi giochi pirotecnici. Una spesa che probabilmente le casse comunali non potevano sostenere. E non ci vengano a raccontare la storiella che i soldi li ha trovato il sedicente comitato dei cittadini autocostituitosi per la festa, perché siamo tutti vaccinati e alla fata turchina non ci crede più nessuno. Insomma, il Sindaco si è comportato, in questa come in altre occasioni, come se non avesse dichiarato il dissesto.

Panorama3È questo, in buona sostanza, quanto si evince dalle critiche mosse dai revisori dei Conti nella nota trasmessa il 28 novembre scorso. Ora il Sindaco Bonanno si trova di fronte all’impasse di dover far quadrare un bilancio che non può quadrare perché mancano le entrate per coprire le uscite. E sta cercando di ovviare al problema, cimentandosi in tutta una serie acrobazie contabili che sconfinano, sempre secondo quanto rilevato dall’organo dei Revisori, in gravi irregolarità contabili, non ultima quella di aver stornato fondi vincolati, rischiando in via ipotetica di compromettere le finanze dell’ente e di provocare un grave danno erariale. Sembra che in queste ore stia tentando di applicare alcune disposizioni che consentirebbero di recuperare somme in uscita nel 2011 – e che erano pagabili nell’anno successivo, somme che diventerebbero così entrate 2012. Una tecnica contorta ma valida solo per quegli enti che si sono attivati per tempo. Ma non è il caso del Comune di Caltagirone. Il punto è che non si può giocare all’infinito con artifici tecnici per prendere tempo senza però risolvere il problema. Che è la mancanza di fondi. Un bilancio riequilibrato lo è realmente se le risorse sono reali e non escono dalle mani del prestigiatore come nel gioco delle tre carte.  Ma escono dalle tasche dei cittadini. Così vuole la dura legge del dissesto. Dura lex sed lex.

UN BILANCIO SENZA PADRI? – Le dimissioni a catena del consulente per il Bilancio, Angelo Scandura e successivamente del dirigente ad interim per l’area 2 Renzo Giarmanà, stanno a dimostrare un malessere che è difficile far passare sotto silenzio. Tanto più che Giarmanà era stato nominato neanche due mesi fa, l’11 ottobre scorso, dopo le dimissioni di Giovanna Terranova, a sua volta dirigente ad interim di un’area a quanto pare in sofferenza da un po’. Se si aggiunge a queste dimissioni la dura nota dei Revisori dei Conti, che stende una pesante ombra sul nascituro bilancio, si capisce che nella fattispecie, le critiche mosse all’Amministrazione non sono frutto di valutazioni politiche o ideologiche di parte, ma sono mosse da ragioni squisitamente tecniche. Vale a dire che la sindacatura Bonanno mostra il suo lato debole proprio su quel fronte del risanamento economico finanziario che è stato uno dei cavalli di battaglia delle scorse amministrative.

town hallGIARMANÀ: «INCOMPATIBILE LA MIA PERMANENZA NELL’AREA 2» – «Un continuo stato di malessere e forte stress psicofisico, i cui effetti non sono più tollerabili», queste le cause delle dimissioni di Giarmanà, in una lettera inviata al Sindaco Bonanno il 30 novembre, e protocollata il 2 dicembre scorso. Ma c’è di più. Nella missiva, il dirigente dimissionario fa riferimento alle dimissioni di Scandura che lo avrebbero messo in seria difficoltà, dal momento che Giarmanà dichiara di «non possedere adeguata esperienza e professionalità specifica nella complessa e delicata materia relativa al settore finanziario» e di aver accettato l’incarico solo dietro insistenza del Sindaco e «per puro spirito di servizio», in considerazione del fatto che lo stesso ricopre anche l’incarico di Comandante del Corpo di Polizia, di Vice Segretario Generale, di responsabile dell’Ufficio di Protezione civile e, nell’ambito dell’Area 6 di cui è dirigente, di responsabile dell’Ufficio trasporti e dell’Autoparco. Giarmanà rivela di essere «venuto casualmente a conoscenza del referto redatto dal Collegio dei Revisori dei Conti» sulle gravi irregolarità della gestione, solo il giorno dell’ultimo Consiglio comunale. I rilievi dell’Organo di controllo contabile richiederebbero secondo la missiva, un’attenta verifica, ma i tempi assai risicati non lo permettono, per cui Giarmanà ritiene che potrebbe andare incontro «a rischi di natura professionale, patrimoniale e finanche penale» coinvolgendo «involontariamente altri funzionari che si stanno meritevolmente cimentando nel raggiungimento dell’obiettivo». Dopo aver passato in rassegna i rilievi mossi dai revisori, il dirigente dimissionario si sofferma in particolare su quanto denunciato dall’Organo dei revisori riguardo all’utilizzazione irregolare dei fondi vincolati. A tal proposito afferma che, per quanto attiene alle entrate aventi specifica destinazione, «vengono ipotizzate in astratto fattispecie di natura penale (e per le quali il sottoscritto, nella qualità di ufficiale P.G., ai sensi dell’art. 55 e segg. del CPP provvederà in tempi stretti ad inviare apposita informativa all’Autorità Giudiziaria), che rendono, a mio giudizio, incompatibile (controllato/controllore) la mia permanenza nell’Area 2». Infine, si conclude in maniera lapidaria: «considerato che il sottoscritto potrebbe involontariamente concorrere nella perpetuazione del/dei reato/i ipotizzato/i, ritenendo altresì di non potere adempiere nei tempi da Lei richiesti alla predisposizione degli atti deliberativi all’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, (seppure oramai in fase di completamento), comunico di non poter più svolgere con la serenità necessaria l’incarico di Dirigente ad interim dell’Area 2, ritenendomi con decorrenza immediata estraneo ad ogni adempimento e/o responsabilità connessa a tale incarico, invitandoLa a provvedere in merito». Come a dire: se il consulente, che ne capisce assai più di me, non ha voluto mettere la sua firma, neanche io firmerò l’ipotesi di bilancio. Questo nascituro non solo tarda ad essere partorito, ma prima ancora di vedere la luce viene disconosciuto dai suoi padri.   

Adesso siamo alla resa dei conti, sia nel senso economico dell’espressione sia in quello politico. Stasera in Consiglio comunale si giocherà una duplice partita: quella del bilancio economico del comune di Caltagirone e quella del bilancio politico dell’amministrazione Bonanno. Ma forse, ancora una volta, si assisterà ad un ennesimo rinvio. Gli esami si sa non finiscono mai. Soprattutto se uno tende a sottrarsi per paura o impreparazione.

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