Pubblicato il 01/03/2015
POLITICA

Zappalà su Cara Mineo, Odevaine, appalti: «Le querele non mi spaventano. Ho denunciato ai giudici prima di Mafia Capitale»



ZAPPALÀ SU CARA MINEO, ODEVAINE, APPALTI: «LE QUERELE NON MI SPAVENTANO. HO DENUNCIATO AI GIUDICI PRIMA DI MAFIA CAPITALE» –  – Non ci sta il sindaco di Ramacca Francesco Zappalà a passare per bastian contrario, visionario o peggio essere messo sul banco degli imputati. E conferma le sue denunce circa la poca trasparenza nell’amministrazione del Cara di Mineo, il mega centro di accoglienza per richiedenti asilo in contrada Cucinella che ospita circa 4 mila migranti.Sul centro si è allungata l’ombra lunga dell’inchiesta Mafia Capitale, dopo l’arresto di Luca Odevaine che del Cara è stato consulente, nominato prima dall’allora soggetto attuatore Giuseppe Castiglione, e poi dal sindaco di Mineo Anna Aloisi in qualità di presidente del Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza che del Cara è amministratore e stazione appaltante. Odevaine è stato inoltre, prima di essere arrestato, assunto il 20 giugno 2014 come esperto collaboratore nel costituendo “Ufficio Fondi Europei”, con contratto a tempo determinato parziale. Sui possibili intrecci tra Mafia Capitale e la gestione del centro menenino stanno indagando la magistratura etnea e quella calatina.

“FUI CONTRARIO ALL’ASSUNZIONE DI ODEVAINE” – Zappalà è al centro in questi giorni di aspre polemiche, per alcune sue dichiarazioni critiche sulla conduzione del Cara. Nell’intervista che ci ha rilasciato, il sindaco di Ramacca tiene a precisare che le sue prese di posizione sono precedenti all’inchiesta romana. «Ho posto la questione del rispetto di alcune regole e di alcuni principi. Ho ritenuto che in alcuni passaggi alcune vicende non erano del tutto lineari e trasparenti». Per questo Zappalà si è rivolto all’autorità giudiziaria assai prima che si aprisse il caso di Mafia Capitale. E non ci sta a essere messo all’angolo. Per le sue denunce è stato minacciato di querela da Paolo Ragusa, presidente del Consorzio Cara di Mineo: «Un sindaco “sbroccato” – ha scritto Ragusa sul suo profilo Facebook – intercettato nell’inchiesta di “Mafia Capitale” la cui fifa fa novanta non mi impressiona troppo». «Le querele non mi spaventano – ci ha detto Zappalà – sono sereno». Ma è paradossale – ci spiega il sindaco di Ramacca, che chi per primo ha denunciato alla magistratura in tempi non sospetti, passi ora sul banco degli imputati. Due sono i fatti di maggior criticità da lui denunciati: l’assunzione di Odevaine e l’appalto triennale da cento milioni del 2014. Sul primo, il sindaco di Ramacca dichiara di averne fortemente osteggiato l’assunzione.

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Ph. Il Sette e Mezzo

UNA GARA SENZA CONCORRENZA – Riguardo all’appalto triennale, Zappalà afferma: «Si è tentato di procedere ad una sorta di affidamento all’ex Ati, alla stessa società che gestiva il servizio. E dunque una procedura che secondo me non era assolutamente corretta. Diversi sindaci abbiamo cercato di impedire questa deriva». In sostanza, Zappalà si è battuto perché la locazione dell’immobile venisse separata dalla gara di appalto, per evitare che alcune ditte fossero favorite dal fatto di presentare un’offerta all inclusive, comprensiva cioè di servizi, forniture e immobile. La questione che la proprietà dell’immobile fosse nella disponibilità del Consorzio stesso in modo che tutte le ditte interessate all’aggiudicazione dei servizi potessero concorrere in condizione di par condicio fu posta da Zappalà nella riunione del CdA del Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza del 29 gennaio 2014, in quanto «la ditta proprietaria [la Pizzarotti, ndr] – sostenne in quell’occasione il sindaco di Ramacca – non può avere rapporti di associazione con le ditte che intendono partecipare all’affidamento dei servizi». Nonostante si fosse evitata la gara chiavi in mano, Zappalà ammette che, così come è stato formulato, «il bando di gara ha previsto una serie di condizioni fortemente limitative della concorrenza, una serie di requisiti – aver svolto una certa attività nel triennio precedente – in maniera tale che pochissime aziende, forse nessuna azienda in Italia poteva partecipare». Un appalto su misura e per dir così pilotato, insomma.

Queste perplessità sono state manifestate da Zappalà nel corso dell’ultima assemblea dei sindaci del Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza: «quando i sindaci magari erano più tentati quasi a volere isolarmi, – afferma il sindaco ramacchese – ho detto: guardiamo bene le carte e poi vediamo se il sottoscritto dice cose del tutto inventate oppure in effetti il problema sussiste. Invito tutti i colleghi e faccio affidamento sulla loro buona fede per verificare il tutto, per avere la coscienza a posto sul nostro operato».

Giacomo Belvedere

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