Pubblicato il 26/02/2014
AMBIENTE

Zucchetti e No Muos bocciano Panebianco “Sul Muos un’inesattezza per riga. Meglio il Muos che l’Isis? Deve rettificare”



di Giuliana Buzzone

ZUCCHETTI E NO MUOS BOCCIANO PANEBIANCO “SUL MUOS UN’INESATTEZZA PER RIGA”. MEGLIO IL MUOS CHE L’ISIS? DEVE RETTIFICARE”  Nell’art. del 22 febbraio circa il MUOS e la sentenza del Tar del 13 febbraio avevamo voluto, viste le diverse letture offerte da alcuni siti di informazione subito dopo aver appreso le prime voci provenienti da Palermo, rileggendone nuovamente il dispositivo, sottolinearne le ragioni, specificando come questa intervenisse sui vizi relativi alle originarie autorizzazioni. Nello stesso puntualizzavamo, considerate le voci di corridoio allarmate dalla sentenza che sarebbe stata rea di privare la Sicilia, l’Italia, l’Europa di uno strumento utile contro le minacce dell’ISIS, che il MUOS sito in C.da Ulmo a pochi chilometri dalla cittadina di Niscemi non avrebbe potuto trovare applicazione in nessuna delle guerre e diatribe geopolitiche di questi frangenti, semplicemente perché il satellite legato al funzionamento delle parabole site all’interno della base Nrtf di Niscemi ancora non è stato lanciato in orbita e lo si prevede per il prossimo anno.

Ma è del 23 febbraio un intervento di Angelo Panebianco sul Corriere online che titola “Sentenze miopi e tagli sbagliati, le armi puntate contro di noi” , in cui si auspica «un cambiamento degli orientamenti della classe politica”, visto un “disinteresse, condiviso a lungo da quasi tutta la classe politica italiana, per la sicurezza nazionale»”. Panebianco scrive: «Qui non si vuole scherzare su cose così gravi ma forse servirebbe una riflessione collettiva sul fatto che i “danni per la salute”, se la situazione in Nord Africa continuerà a deteriorarsi, potrebbero risultare maggiori di quelli che può procurare una stazione Muos. Ma davvero la sicurezza nazionale, nonché i nostri impegni Nato, possono essere appesi alle sentenze dei Tar?».

A Panebianco hanno risposto prontamente Massimo Zucchetti, su Il Manifesto, e il Movimento No MUOS con un comunicato.

Il convoglio di auto che ha forzato oggi il blocco dei No Muos (Ph. No Muos)

Il convoglio di auto che ha forzato oggi il blocco dei No Muos (Ph. No Muos)

Il Professore Massimo Zucchetti, tra gli scienziati del team che ha redatto la controrelazione a quella dell’ISS, commissionata dal Ministero della Difesa, specifica nel suo intervento, di voler andare, ai fini della verità, “in soccorso” a Panebianco, «dato che scrive, più o meno, un’inesattezza per riga». Lo scienziato bordeline No Muos elenca non senza pungente ironia tutti gli errori macroscopici del giornalista, il quale definisce l’installazione Nrtf di Niscemi, nella quale sono presenti le parabole MUOS, una base militare NATO, quando questa invece è sotto il comando statunitense. Zucchetti chiarisce poi le ragioni della sentenza del Tar e quali ricorsi siano stati accolti ed inoltre domanda a Panebianco se ritiene normale che gli abitanti prossimi al MUOS debbano «sacrificarsi in nome della Suprema Difesa Nazio­nale, con­tro l’ISIS». «Ottimo: basta saperlo”, conclude causticamente»

Dal canto suo il Movimento No MUOS non ha temporeggiato e sul social network facebook ha pubblicato una lettera indignata rivolta al Corriere, sollecitando gli attivisti e chi condivide la lotta No MUOS ad inviarla all’indirizzo del giornale online «pretendendo la rettifica da parte del giornalista», sotto accusa per l’impressionante numero di imprecisioni contenute nell’articolo, ritenendo «grave che un giornalista si permetta di fare queste affermazioni, chiaro sfregio del principio di legalità, commentando e bacchettando una sentenza che salvaguarda il diritto alla salute dei cittadini niscemesi».

Intanto questa mattina sono cominciati i blocchi degli attivisti, che si sono accorti che le parabole sono nuovamente in movimento, nonostante la prescrizione del Tar. I No Muos intendono impedire l’accesso all’interno della base degli operai americani addetti al lavoro nel cantiere Muos, segnale questo che, in barba alla sentenza dei giudici amministrativi del 13 febbraio, si vuole il proseguimento dei lavori e degli adeguamenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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