Pubblicato il 11/07/2021
CRONACA

Caltagirone, il Gip convalida arresto del presunto autore del tentato omicidio della mattina del 4 luglio



La vittima, prima che questa fosse posta in coma farmacologico dai sanitari dell’ospedale “Gravina e Santo Pietro, aveva dichiarato ai militari d’essere stato accoltellato da un uomo, da egli già conosciuto per essere residente nei pressi dell’abitazione della propria ex fidanzata. Ritrovato in un tombino il coltello da cucina della lunghezza di 24 centimetri, ancora intriso di sangue, utilizzato per il ferimento.

Com’è noto la mattina dello scorso 4 luglio il risveglio dei caltagironesi è stato turbato dalla notizia dell’accoltellamento di un 39enne del posto, avvenuto intorno alle 05.15 in via San Pietro.

Le indagini immediatamente attivatesi ad opera dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Caltagirone e della locale Stazione, grazie anche alle dichiarazioni della vittima prima che questa fosse posta in coma farmacologico dai sanitari dell’ospedale “Gravina e Santo Pietro”, avevano indirizzato l’attenzione degli inquirenti nei confronti del 47enne caltagironese Mario Nicolosi, con precedenti per omicidio.


Nell’immediatezza la vittima aveva dichiarato ai militari d’essere stato accoltellato da un uomo, da egli già conosciuto per essere residente nei pressi dell’abitazione della propria ex fidanzata.

Quest’ultimo, ha raccontato, proprio qualche mese prima avrebbe tentato di penetrare all’interno dell’abitazione della donna, aggiungendo anche che, in occasione del proprio ferimento, Nicolosi lo aveva dapprima invitato a prendere un caffè insieme salvo, al suo diniego, colpirlo improvvisamente con due fendenti all’addome.


La verifica delle dichiarazioni della vittima ha fornito riscontro alla sua ricostruzione dei fatti in quanto, oltre all’avvenuto riconoscimento visivo dell’aggressore mediante l’utilizzo di un telefonino con il quale ha potuto riconoscerlo in foto, i militari, ancora seguendo le sue indicazioni, sono riusciti a trovare il coltello da cucina della lunghezza di 24 centimetri, ancora intriso di sangue, utilizzato da quest’ultimo e poi nascosto all’interno di un tombino a poca distanza del luogo del fatto.

L’attività investigativa così inizialmente svolta aveva raccolto validi elementi indiziari a carico di Nicolosi che, compendiati dai Carabinieri alla Procura di Caltagirone, avevano già consentito l’emissione di un decreto di fermo ora convalidato dal G.I.P. del locale Tribunale che, in merito, ha altresì emesso un’ordinanza che ne dispone la custodia in carcere per i reati di tentato omicidio e porto di armi od oggetti atti ad offendere.

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