Pubblicato il 26/11/2014
AMBIENTE

MUOS: Tar di Palermo si attende la sentenza



MUOS – Ieri 25 novembre la prima sezione del Tar di Palermo ha disposto di non rinviare la decisione si attende dunque la sentenza, riguardo i ricorsi pervenuti, venga pubblicata. Gli avvocati usciti dall’aula si sono detti fiduciosi nonostante, vista la portata dell’argomento e gli attori coinvolti, da dietro l’angolo potrebbero comparire insidie politiche, timori che non riescono ad essere rimossi, sarà per i colpi di scena che hanno caratterizzato le vicende del MUOS, tra questi la revoca alle autorizzazioni e la successiva revoca di questa del 24 luglio del 2013. E a tal proposito a ripercorrere la storia del paradosso tutto siciliano primo ad intervenire durante l’udienza è stato l’avv. Edoardo Nigra per il comune di Niscemi. All’avv. Nigra sono succeduti gli interventi degli avvocati di Legambiente e del Movimento dei comitati No MUOS, da rilevare l’assenza dei legali della Regione Siciliana.

All’udienza è seguita una conferenza stampa in cui gli avvocati Nello Papandrea, Paola Ottaviano, Nicola Giudice, Daniela Ciancimino hanno riassunto l’udienza e espresso le loro impressioni agli attivisti e la stampa giunti presso il Circolo Arci Malaussene, assieme a loro sono intervenuti Nadia Furnari fondatrice dell’Ass. Antimafie Rita Atria e Fabio D’Alessandro attivista No MUOS.

Ph Giuliana Buzzone

Ph Giuliana Buzzone

Il collegio sarà chiamato a decidere su cinque ricorsi, infatti esiste un originario procedimento di ricorso del 2011 presentato dal Comune di Niscemi contro le autorizzazioni concesse, mentre nel 2013 l’avvocatura di Stato impugnò la revoca alle autorizzazioni della Regione Siciliana, gli altri due ricorsi invece riguardano il procedimento di revoca della revoca. Per quanto riguarda i due ricorsi del Ministero della Difesa la materia del contendere è cessata nel momento in cui è avvenuta la seconda revoca. Il procedimento principale per Papandrea rimane quello proposto dal Comune di Niscemi che ha ad oggetto le autorizzazioni: “benché si sia fatto un gran parlare degli studi dell’ISS, dunque degli aspetti legati alla salute, va considerato che il Tar come giudice che deve giudicare sulla legittimità dei procedimenti amministrativi in realtà non dovrebbe entrare in questa questione, e quindi solo se la procedura per dare le autorizzazioni per la realizzazione del Muos sia stata corretta o meno. Scorrettezza conclamata“, aggiungendo che però “l’approfondimento di questa situazione ha portato poi ad indagare se al di fuori di una insufficienza formale ci fosse anche un rischio per la popolazione, cose che dalla fase istruttoria sono state confermate, il giudizio a cui dovranno fare riferimento i giudici è il giudizio del verificatore, il Prof. Marcello D’Amore, consulente da loro nominato.”

Sono stati portati all’attenzione del collegio del Tar due ulteriori elementi: la chiusura dei laboratori dell’ISS, come raccontato in una inchiesta del programma di Milena Gabanelli “Report”, che avrebbero dovuto testare e verificare gli apparecchi elettromedicali. Questo elemento risulta rilevante nel procedimento considerato una delle questioni affrontate in sede di autorizzazioni fu proprio la presunta interferenza degli apparecchi con le onde elettromagnetiche e considerato l’Asp dovrebbe comunicare, durante le procedure per l’installazione, che saranno installati in soggetti che vivono in zone dove insistono problematiche particolari. Il problema dunque si porrebbe per chi ha già installati in corpo gli apparecchi elettromedicali. Il fatto quindi che l’ISS non avesse, perché pare fantasma, il laboratorio imputato alle verifiche si andrebbe definendo un quadro critico; Il secondo elemento riguarda invece le presunte interferenze tra il MUOS e il traffico aereo. L’Enav che venne a conoscenza della questione solo quando fu convocato a partecipare al tavolo comune dalla Regione in cui si chiese all’ISS il parere sul MUOS, cioè a iter autorizzatorio chiuso. Nel corso della procedura di verifica l’elaborato prodotto dall’Enav è stato poi smentito avendo questi fatto riferimento per i calcoli a degli algoritmi di campo lontano piuttosto che di campo vicino che lo stesso verificatore D’Amore ha inquadrato nei 67 km che includono i vicini aeroporti di Sigonella, Comiso e anche Catania. L’Enav dunque ha dovuto rettificare verificando che andrebbero inficiate circa quindici rotte aeree pur comunque sottolineando di non essere nei propri compiti quello di verificare i danni che tali interferenze produrrebbero.

Giuliana Buzzone

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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