La condanna a un anno e 20 mila euro di ammenda ciascuno per quattro degli imputati, tra dirigenti della Regione Siciliana e imprenditori, che hanno scelto il rito abbreviato. Altri tre imputati a processo con rito ordinario.
Chiesto dalla Procura di Caltagirone un anno di arresto e 20 mila euro di ammenda ciascuno, oltre alla confisca della struttura, per quattro dei sette imputati, a processo con rito abbreviato, con l’accusa di aver edificato l’impianto del Muos, il contestato sistema di comunicazione satellitare della Marina statunitense sito in contrada Ulmo a Niscemi, “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”.
Il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera
si è sempre detto convinto dell’assoluta inedificabilità dell’area in
cui sono state costruite le tre parabole: di qui la richiesta di
condanna per Giovanni Arnone, che dirigeva
l’Assessorato regionale territorio e ambiente della regione Sicilia e
siglò il procedimento di autorizzazione del Muos; Mauro Gemmo,
presidente della Gemmo SPA, ditta vicentina, general contractor con il
governo americano, che ricevette l’assegnazione dei lavori dal
cittadino americano Gelsinger, (la Gemmo fu nel 2008 finanziatrice con
15 mila euro del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo); la
titolare della Calcestruzzi Piazza Srl Concetta Valenti e il responsabile della PB Costruzioni Carmelo Puglisi. La sentenza è attesa per il 23 febbraio prossimo.
Più volte il Procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera,
che a suo tempo ordinò il sequestro dell’impianto, poi dissequestrato
dal tribunale del Riesame di Catania, e che ha traghettato la delicata
inchiesta sino al rinvio a giudizio per i sette indagati, ha ribadito
il suo convincimento che la struttura fosse abusiva. «Noi riteniamo – dichiarò ai nostri microfoni il 4 giugno 2016 –
che il Muos sia stato realizzato in una località dove vi è un vincolo
di inedificabilità assoluta. Noi abbiamo una sentenza della Cassazione
che è chiarissima sul punto».
Sono stati
rinviati a processo, con la medesima accusa di abusivismo edilizio e
violazione della legge ambientale altri tre imputati, col rito
ordinario: la responsabile di LAGECO, Adriana Parisi,
ditta che si è aggiudicata l’appalto del 2007 per la costruzione del
Muos e che insieme alla GEMMO S.P.A. formò una A.T.I., denominata “Team
Muos Niscemi”; il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi e la rappresentante legale Maria Rita Condorelli della C.R. Impianti Srl. La prima udienza del processo, prevista per oggi, è stata rinviata al prossimo 4 aprile.
La posizione di un ottavo imputato, Mark Andrew Gelsinger, è stata stralciata, in quanto competente a decidere è l’autorità americana.
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