Pubblicato il 30/07/2018
AMBIENTE

Incendio al presidio No Muos, gli attivisti: “Ci minacciano perché non siamo graditi”



Gli attivisti puntano il dito su di un’auto bianca, passata dal presidio,  da cui sarebbe stato lanciato un innesco incendiario. Per i No Muos si tratta di un “incendio intimidatorio” e di “comportamento mafioso”.


Ieri, intorno alle 19, ha preso fuoco un grande striscione con la scritta “No Muos, riprendiamoci il futuro”, appoggiato alla recinzione del presidio No Muos, in contrada Ulmo a Niscemi. Le fiamme si sono subito propagate alla sterpaglia secca vicina. L’intervento immediato di alcuni attivisti ha evitato il peggio, impedendo che le fiamme si estendessero alle strutture del presidio e lambissero la Sughereta. Sul posto è giunta anche un’autobotte della Forestale.

In questi giorni al presidio No Muos fervono i preparativi per il campeggio che si terrà dal 2 al 5 agosto, il cui evento clou sarà la manifestazione nazionale che percorrerà la sughereta sino al cancello 1 della base MUOS NRTF della Marina militare degli Stati Uniti d’America.?

Gli attivisti puntano il dito su di un’auto bianca, passata dal presidio, “del tutto simile a quelle in uso agli appartenenti alla US Navy, la marina degli Stati Uniti” – scrivono nel comunicato del coordinamento No Muos – e da cui sarebbe stato lanciato un innesco incendiario.

Nel comunicato si asserisce, inoltre, che i militari italiani, di pattuglia su posto, “hanno affermato di non aver visto niente e di non potere essere utili per testimoniare contro gli attentatori”. Dalle stesse fonti si apprende che “gli attentatori hanno atteso che tutte le macchine degli attivisti si allontanassero prima di passare all’azione. Non avevano però considerato che un piccolo gruppo di militanti No Muos, non visto, fosse rimasto “di guardia” all’interno del presidio”.

Per i No Muos si tratta di un “incendio intimidatorio” e di “comportamento mafioso”. “Un messaggio al limite della minaccia” – commenta oggi su Facebook Fabio D’Alessandro, attivista del movimento. “Perché una minaccia, dalle mie parti, non sempre è collegata a una specifica richiesta, può essere legata meramente all’esistenza. Sembra pure inutile girarci intorno: lo spudorato incendio doloso di ieri al presidio No Muos era un avvertimento, una minaccia, un segnale. Era un modo per dire che non siamo graditi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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