Pubblicato il 03/11/2018
AMBIENTE
ph. Il Sette e Mezzo

Vade retro, Muos! I Cinquestelle al bivio



Cosa faranno i Cinquestelle sul Muos? Quali sono  le novità annunciate da Di Maio: quelle di Trizzino, che lo vuole smantellare, o quelle della ministra Trenta, che si oppone? Tentiamo di far chiarezza in una vicenda in cui, pirandellianamente, “così è se vi pare”.

di Giacomo Belvedere

Sul Muos di Niscemi, l’impianto radar della Marina Americana in contrada Ulmo, siamo alla tragicommedia pirandelliana. Chi oggi si pronuncia contro il Muos, domani  è per il Muos, e viceversa, con buona pace per il principio di non contraddizione di Aristotele. Così è se vi pare. Sarà l’influsso della terra di Sicilia, dove le verità sono mutevoli e sfuggenti. La Sicilia, infatti, assai prima che a Pirandello, diede i natali a Gorgia di Lentini, il sofista che insegnava ad usare l’arte della retorica per dimostrare tutto e il contrario di tutto. È una terra, quella siciliana. in cui, come amaramente riteneva Tomasi di Lampedusa “Tutto cambia perché nulla cambi”. Cliché  letterari, obietterà qualcuno. Può darsi, ma certo a leggere la storia infinita del Muos, si ha l’impressione di assistere a una commedia degli equivoci. Ieri le revoche - e le revoche delle revoche - di crocettiana memoria, oggi le imbarazzate giravolte dei Cinquestelle siciliani, che sul Muos hanno costruito le loro fortune elettorali nell’isola.

Riassumiamo, a beneficio di chi non fosse aggiornato sulle puntate precedenti.


TRIZZINO: “SMANTELLEREMO IL MUOS” - Il consigliere regionale Giampiero Trizzino ha chiamato il vicepremier Di Maio, chiedendogli di intervenire sul Muos. Il 1 novembre ha dichiarato, durante la trasmissione Obiettivo Radio 1, andata in onda su RadioRai 1, che la memoria difensiva della ministra Trenta con cui il ministero della Difesa ha chiesto il rigetto del ricorso  presentato dal Movimento No Muos al CGA, è “un fatto già passato”. I No Muos hanno impugnato la decisione del CGA, che nel 2016 accolse il ricorso del Ministero della Difesa, “ritenendo che la sentenza sia fortemente viziata”. La richiesta è stata accolta e già calendarizzata: sarà discussa il prossimo 14 novembre. Ma il Ministero della Difesa si oppone.

“Il M5s e il governo hanno già preso una posizione, quella che hanno sempre avuto, e Luigi Di Maio a breve la comunicherà – ha aggiunto Trizzino – La nostra posizione resta la stessa: siamo contro il Muos. Non ci sono alternative. E quindi lo smantelleremo". Parole nette e chiare che non lasciano adito a dubbi. E che fanno supporre che tra il siciliano pentastellato Trizzino e la siciliana pentastellata Trenta ci sia stata un’interlocuzione.


MA TRENTA NON CI STA - Senonché dal Ministero della Difesa arriva immediata la smentita. O, meglio, la precisazione. Che però ha tutta l’aria di una irritata smentita: “La linea sul Muos è chiara e il Governo è al lavoro sul dossier. L'unica voce ufficiale sul tema è e sarà quella del Governo”. Tutto chiaro? Macché. Facciamo un passo indietro. Il vicepremier Luigi Di Maio, titolare del Ministero dello Sviluppo economico, durante la sua visita agli alluvionati di Scordia il 27 ottobre scorso, ha così risposto a una domanda di un cronista:  “Sul Muos ci saranno novità. Non oggi”.

DI MAIO: “NOVITÀ SUL  MUOS” - VIDEO


Quattro secondi appena, ma sono bastati ad accendere speranze, rinfocolare dubbi e far venire mal di pancia all’interno dei Cinquestelle. E c’è quel finale sibillino: “non oggi”. Se non ora quando? - sarebbe il caso di chiedere. Ora, Di Maio è vicepremier, dunque esponente qualificatissimo del Governo. La sua è da intendere come “voce ufficiale”, secondo la chiave interpretativa fornita dal Ministero della Difesa? E l’esegesi corretta delle sue parole è quella di Trizzino o quella della ministra Trenta?  

Lumi, forse, potrebbe darci Gianluca Rizzo, deputato Cinquestelle di Caltagirone e Presidente della Commissione Difesa  della Camera. Dal suo osservatorio privilegiato, dunque, potrebbe chiarire l'intricata matassa e dire una parola definitiva sulla questione. In verità, anche Rizzo aveva usato il verbo "smantellare" in un suo precedente intervento sul Muos, ma si riferiva alle  antenne inutilizzate alla base NRTF degli USA a Niscemi. Briciole, insomma, per chi chiede il pane. E Rizzo in questi giorni tace. E dunque non è dato sapere a noi profani chi smantellerà cosa.


ABUSIVO CHI? - Intanto anche i processi per abusivismo si muovono su di un terreno che non è privo di una sottile, impalpabile ambiguità di fondo. I fatti sono noti: lo scorso 5 aprile, un duro colpo alle speranze del Movimento No Muos è venuto dal Tribunale di Caltagirone, dove era in corso il processo per abusivismo dell’impianto. A processo erano quattro dei sette imputati, accusati di aver edificato l’impianto del Muos “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”. Al termine del giudizio abbreviato, in camera di consiglio, la doccia fredda, quando il giudice monocratico Cristina Lo Bue  ha letto il dispositivo: assoluzione per tutti i quattro imputati “perché il fatto non sussiste” e “rigetto della richiesta di confisca della struttura”.

La Procura calatina aveva chiesto un anno di arresto e 20 mila euro di ammenda ciascuno, oltre alla confisca della struttura, per Giovanni Arnone, che dirigeva l’Assessorato regionale territorio e ambiente della regione Sicilia e siglò il procedimento di autorizzazione del Muos; Mauro Gemmo, presidente della Gemmo SPA, ditta vicentina, general contractor con il governo americano, che ricevette  l’assegnazione dei lavori dal cittadino americano Gelsinger, (la Gemmo fu nel 2008 finanziatrice con 15 mila euro del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo); la titolare della Calcestruzzi Piazza Srl Concetta Valenti e il responsabile della PB Costruzioni Carmelo Puglisi.


Per la vicenda Muos sono in attesa di giudizio altri tre imputati, rinviati a processo, con rito ordinario, con la medesima accusa di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale: la responsabile di LAGECO, Adriana Parisi, ditta che si è aggiudicata l’appalto del 2007 per la costruzione del Muos e che insieme alla GEMMO S.P.A. formò una A.T.I., denominata “Team Muos Niscemi”; il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi e la rappresentante legale Maria Rita Condorelli della C.R. Impianti Srl. Stralciata, invece, la posizione di un ottavo imputato, Mark Andrew Gelsinger, in quanto competente a decidere è l’autorità americana.

La sentenza di assoluzione è stata impugnata dalla Procura di Caltagirone davanti alla Corte di Appello di Catania. La Procura calatina è convinta che il Muos sia abusivo e che tutta la vicenda sia un enorme pasticcio giuridico. Già, perché, anche in questo caso, ci si muove sulle sabbie mobili di confini di non edificabilità riperimetrati di continuo. Inoltre c’è una questione di fondo, grande come un macigno. Abusivo è il privato cittadino che edifica, ignorando volutamente i vincoli paesaggistici. Ma chi partecipa a un appalto pubblico, bandito dalla Regione Siciliana, a che titolo lo è? Abusivo dovrebbe essere semmai l’appalto e chi lo ha indetto, non chi è stato indotto all’errore dall’Ente pubblico. Ci sarebbe poi da discutere, in questo balletto delle responsabilità, perché mai sia stato il Ministero della Difesa italiana a farsi carico in questi anni di difendere il Muos, impianto che non è nella disponibilità della nazione italiana e nemmeno della Nato, ma appartiene unicamente alla Marina statunitense. Ma, come sì è visto, l’unico imputato born in Usa è Mark Andrew Gelsinger, la cui posizione è stata stralciata in quanto competente a decidere è l’autorità americana. Non occorre avere la sfera di cristallo per capire che questa sorta di extraterritorialità giuridica sarà una botte di ferro per il militare Usa.

LOTTA O GOVERNO? - Il M5s ha il fiato sul collo del Movimento No Muos, che si sente tradito sulla questione Muos, tanto più che oggi i pentastellati non solo sono al Governo, ma siedono al Ministero della Difesa con Elisabetta Trenta: “Sono ormai passati sette mesi dall’insediamento di questo governo - hanno scritto i No Muos nella loro pagina FB - e il nuovo esecutivo non solo non ha “mosso un dito” contro il Muos, nonostante lo stesso Trizzino abbia recentemente ribadito che l’obiettivo è lo smantellamento delle antenne, ma il governo giallo-verde, in piena continuità con il governo precedente, sta perseguendo un piano autorizzativo, eredità della Pinotti, che prevede nuovi lavori presso la base di Niscemi. Ci chiediamo, di fronte allo stravolgimento del fronte di potere, se per Giampiero Trizzino le sue stesse parole siano ancora valide.

A difendere Trizzino è scesa in campo Concetta Gualato, leader storica delle Mamme No Muos di Niscemi, per ribadire  “il nostro completo appoggio all'on. Giampiero Trizzino e il nostro grazie per tutto ciò che ha fatto in questi anni nel portare avanti le nostre istanze”. La presidente delle Mamme No Muos di Niscemi si è detta certa “che l'impegno dei 5 Stelle in Sicilia, sia stato autentico e volto ad una giusta soluzione per il bene della salute nostra e dei nostri figli - bene irrinunciabile che va oltre le promesse dei periodi elettorali”.


Ma anche in questo caso quel che sembra non è, e occorre muoversi con prudenza per non scivolare nell’insidiosa palude degli equivoci e dei significati cangianti. Già, perché ci sono Mamme No Muos e Mamme No Muos, e l'incauto cronista rischia di essere severamente rimbrottato, se non fa attenzione. C’è, infatti, il gruppo delle Mamme No Muos di Caltagirone, che non ama affatto essere confuso con il gruppo della Gualato, e che sulla posizione dei Cinquestelle è molto più critico e diffidente.

Il Movimento pentastellato sul Muos, come del resto su Tav e Tap, sconta il proprio essere in bilico fra partito di lotta e di governo. Su questo punto l’alleato-avversario Salvini parte avvantaggiato. E difatti finora ha incassato consensi. La fronda interna al M5s non ha ancora trovato una leadership forte ed è stata assorbita senza troppi traumi, nonostante alcune epurazioni. Potrebbe essere Fico il leader dell’anima di lotta del movimento? O anche il suo è un gioco delle parti pirandelliano? 

Una cosa in questo bailamme è certa. Le polemiche di questi giorni hanno fatto balzare, come mai era successo prima, la questione Muos agli onori della cronaca nazionale.


HIC MUOS, HIC SALTA! - Partiti da Pirandello, finiamo con Pirandello. Nel Fu Mattia Pascal, un bizzarro personaggio, il sig. Anselmo Paleari, espone una sua teoria. In un teatro di marionette si rappresenta una riduzione dell’Elettra di Sofocle. Ma cosa accadrebbe – si chiede Paleari - se, nel momento clou, quando Oreste sta per commettere il matricidio per vendicare così la morte del padre Agamennone, all’improvviso si strappasse il cielo di carta del teatrino e apparisse il vuoto? Oreste non avrebbe più valori certi su cui fondare le proprie convinzioni e ne  rimarrebbe sconcertato: diventerebbe Amleto, l’eroe del dubbio, incapace di decidere.

Se il cielo dei  Cinquestelle si strappasse e lacerasse, proprio sulle battaglie ambientali  più caratterizzanti, No Tav, No Tap, No Muos, e apparisse il vuoto, cosa accadrebbe al movimento?  Hic Rhodus, hic salta (qui è Rodi, qui salta): Esopo narra che un tale si vantava di poter saltare da un piede all’altro del celebre colosso di Rodi. Al che fu sfidato a dimostrarlo con i fatti. Parafrasando, si potrebbe così riassumere la sfida che ha davanti il M5s: “Hic Muos, hic salta!”

C’è stato un tempo in cui le mamme No Muos andavano alla lotta No Muos col rosario in mano. Ma forse oggi ai Cinquestelle serve piuttosto un esorcismo: “Vade retro, Muos!”.

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